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Immigrazione: 23 mila morti in 13 anni

Immigrazione: 23 mila morti in 13 anni

L'Espresso pubblica inchiesta on line, 1 su 60 non ce l'ha fatta

PALERMO, 06 giugno 2014, 13:05

Redazione ANSA

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Come in una guerra convenzionale i morti si contano a migliaia. Una delle più gravi tragedie delle migrazioni ha provocato nell'ottobre dell'anno scorso 366 morti davanti alle coste di Lampedusa, che nel Mediterraneo è diventata la porta d'ingresso per l'Europa. Un monitoraggio dell'Espresso, che oggi pubblica un'inchiesta on line, calcola che solo nel 2013 un migrante su 60 sbarcati sulle coste italiane non ce l'ha fatta. E si tratta pur sempre di un fenomeno sottostimato. I dati della ricerca sono ricavati da un rapporto comparato con varie fonti e per la prima volta sono riuniti in un unico database.
    Il caso italiano fa parte di una ricerca più ampia che abbraccia il periodo compreso tra il 2000 e il 2013. In questi 14 anni anni, ha accertato la ricerca, sono morti più di 23 mila migranti che tentavano di raggiungere l'Europa via mare oppure attraversando i confini di terra. Pochi i casi di morti per incidenti a terra: quasi tutti sono morti in mare. E il risvolto più straziante di queste tragedie, oltre al grande numero di vittime, è la difficoltà di recuperare tutti i corpi e di identificarli. Per questo tanti morti di Lampedusa non sono stati ancora rimpatriati. Padre Mussieu Zerai, presidente dell'agenzia Habesha che assiste rifugiati e richiedenti asilo, dice senza alcuna metafora che la situazione è "in alto mare".
    "Sappiamo - spiega a Redattore sociale - che le autorità italiane hanno deciso di restituire le salme ai familiari che ne fanno richiesta dopo essersi però sottoposti alla prova del Dna.
    Ma per fare questo serve la collaborazione del governo eritreo, perché la raccolta del Dna viene fatta lì attraverso la Croce Rossa. E per ora è tutto fermo". L'indagine dell'Espresso, parte dell'inchiesta europea "The Migrants File", mette in luce le contraddizioni delle politiche italiane in materia di cittadinanza. Gianluca Peruzzo, responsabile di un'associazione antirazzista e interetnica, sottolinea che da un lato si celebrano funerali di Stato per le vittime e dall'altro vengono perseguiti i superstiti per immigrazione clandestina. Nel complesso il problema dei morti, secondo l'inchiesta Espresso condotta da dieci giornalisti, non sembra interessare nessuno. Neanche Frontex, l'organismo europeo che ha il compito di monitorare i transiti dei migranti verso l'Europa, è in grado di fornire dati sulle tragedie collegate al "traffico di esseri umani".
    Uno degli obiettivi della ricerca è così quello di definire non solo il profilo umano e sociale ma anche la dimensione delle tragedie dei migranti nel Mediterraneo.
   

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