(di Giovanni Franco)
(ANSA) - PALERMO, 22 NOV - Quali sono i rituali religiosi dei
migranti in Sicilia? Come vengono praticati i loro culti
nell'Isola? Tra meditazione e feste. In una coreografia di
colori e suoni. Nei volti e nei gesti dei Buddisti, degli
Induisti, dei Tamil, dei Musulmani, degli Ebrei a Palermo,
Messina, Siracusa, Catania e Comiso. Ecco il filo conduttore
della mostra di fotografie "Il sacro degli altri", promossa
dalla Fondazione Ignazio Buttitta che sarà inaugurata il 24
novembre alle ore 18 a Palermo nel teatro Mediterraneo occupato
(Via Martin Luther King n. 6, Padiglione 1, Fiera del
Mediterraneo).
Gli autori degli scatti sono Attilio Russo e Giuseppe Muccio.
Il comitato scientifico che ha curato l'esposizione è composto
da Sergio Todesco, Ignazio Buttitta, Sergio Bonanzinga, Rosario
Perricone e Monica Modica. L'allestimento è di Monica Modica. La
mostra propone 70 fotogrammi provenienti da diverse località
siciliane e una presentazione digitale di circa 300 immagini in
slide multimediale che documentano, "in tutta la loro variegata
fenomenologia, la quantità e qualità dei culti introdotti dalle
comunità di migranti che, per varie ragioni e in tempi diversi,
si sono stanziate in Sicilia arricchendone il panorama
demografico e culturale", affermano gli autori. Russo e Muccio,
sono da decenni impegnati nella documentazione delle feste
religiose e delle pratiche cultuali siciliane. "Ci offrono
attraverso questo originale portfolio una dimostrazione -
afferma Buttitta, docente dell'ateneo palermitano - di come il
nostro territorio sia divenuto spazio di pratiche sacrali e di
atti di interlocuzione con la divinità assai distanti, e per
forma e per contenuti, dalle nostre fedi e dalle nostre
tradizioni religiose".
"Lo fanno - prosegue - con uno sguardo antropologico cui sono
sottese un'umana partecipazione, una lucida comprensione delle
culture tutte, la cui mirabile varietà non viene mai avvertita
come un problema quanto piuttosto come un arricchimento".
L'esposizione è accompagnata da musiche, salmodie, recitazioni e
canti selezionati da Bonanzinga.
"La dicotomia sacro-profano, pur conservando, a livello della
organizzazione dei materiali e di una prima analisi, - chiosa
Buttitta - un preciso valore euristico, si dimostra in più d'un
caso foriera di equivoci. In realtà è quasi impossibile
nell'essere delle culture determinare una netta distinzione tra
simbolismo religioso e profano. Il loro manifestarsi è
attraversato, infatti, costantemente da un gioco di scambi e di
rimandi, ora consapevole, ora inconsapevole, di cui è impresa
sempre ardua seguire le dinamiche". (ANSA).