Dopo il Medinea torna in mare
anche l'Antartide di Mazara del Vallo, il secondo peschereccio
che per 108 giorni è rimasto sequestrato nel porto di Bengasi
insieme a tutto l'equipaggio, dal 1° settembre sino a dicembre
scorso. L'imbarcazione ha mollato gli ormeggi dal porto nuovo di
Mazara del Vallo dopo che per due mesi e mezzo è rimasto in
cantiere per alcuni lavori di manutenzione. "Sino a Pasqua
saremo impegnati in battute di pesca tra le Egadi e la Sardegna.
Poi ci trasferiremo per 4 mesi nelle acque della Grecia per la
pesca del gambero", ha detto Francesco Di Giovanni, il nuovo
Comandante del peschereccio.
Del vecchio equipaggio rimasto sequestrato a Bengasi, sono
tornati a bordo solamente Fabio Giacalone, Vito Barracco e
Ibrahim Sarr. Per Giacalone, primo macchinista dell'Antartide
dallo scorso anno, è un ritorno al proprio lavoro seppur con
preoccupazione: "Lascio mia moglie e la mia piccola di 8 mesi a
casa e il distacco, ogni volta, è duro. Sono ancora vivi in me i
ricordi della prigionia e di quei mesi vissuti lontani dai miei
affetti più cari, con la paura di morire". Vito Barracco, 53
anni, a bordo fa anche il cuoco: "Il mare a volte ti fa
rilassare ma non bisogna mai fidarsi, perché non sai cosa puoi
trovare, a cosa vai incontro". Il saluto è affidato a due suoni
di tromba, così l'Antartide esce dal porto per riprendere il
largo.
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