(ANSA) - PALERMO, 27 OTT - In Sicilia rischia di aprirsi un
braccio di ferro tra il governo regionale e quello nazionale sul
Dpcm. Lo scontro riguarda in particolare il tema delle chiusure
che rischiano di dare un colpo mortale alle attività commerciali
e turistiche dell'isola, come testimoniano le numerose
manifestazioni inscenate in diverse città. E così il presidente
Nello Musumeci, raccogliendo le istanze degli operatori
economici, preannuncia all'assemblea regionale un ddl per
rivedere in particolare la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie
ed altri esercizi commerciali fissata alle 18. "Con tutto il
rispetto per il governo nazionale riteniamo di avere diritto a
disciplinare su alcune materie le misure che i presidenti di
Regione possono adottare. Misure che finora sono state
restrittive e che potrebbero essere estensive" spiega Musumeci
citando l'esempio della Provincia autonoma di Bolzano. "In
Sicilia - sottolinea - se uno entra al ristorante alle 19.30 gli
fanno il Tso. Noi chiediamo di adattare le norme alle abitudini
della nostra terra". Musumeci difende anche l'operatore della
Regione sul fronte dell'assistenza sanitaria:"Tra marzo-aprile e
settembre-ottobre - sottolinea - in Sicilia il nostro sistema
sanitario ha erogato il 120 per cento in più delle prestazioni
sanitarie, non abbiamo sospeso le prestazioni per quanti non
sono malati di coronavirus e ancora oggi siamo fermi sulla
nostra posizione di non sospendere le attività di cura per chi
non è malato di Covid".
Il Governatore evidenzia anche quanto è stato fatto sul
difficile fronte dell'emergenza Covid: "In estate abbiamo
potenziato tutta la rete territoriale, abbiamo fatto le
assunzioni, abbiamo adottato programmi di cura, abbiamo
tracciato i turisti, e abbiamo avviato una serie di opere
all'interno delle strutture ospedaliere, alcune delle quali già
completate e consegnate"
Intanto nell'isola crescono i contagi, sia pure a ritmo
inferiore rispetto ad altre regioni. Oggi il bollettino segna
860 nuovi positivi che fanno salire i ricoverati a 727
ricoverati, dei quali 103 in terapia intensiva. I tamponi
effettuati sono stati 7324. A questo proposito sono numerose le
segnalazioni relative alla difficoltà di effettuare gli esami
nei laboratori privati. A Palermo si registrano lunghe liste
d'attesa, mancanza di reagenti, oltre a decine e decine di
diffide inviate dal dipartimento dell'assessorato regionale alla
Salute che si occupa del controllo delle strutture private a
causa dei costi eccessivi applicati agli utenti, con tariffe che
toccano anche i 120 euro rispetto ai 50 stabiliti dalla Regione.
(ANSA).