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Friscia, "pescivendolo" della ceramica

Friscia, "pescivendolo" della ceramica

A Sciacca ha innovato tradizione lavorazione ceramica d'arte

SCIACCA (AGRIGENTO), 23 gennaio 2019, 09:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   (di Massimo D'Antoni) "Quando mi arrivano gli ordinativi sembra che la mia sia una pescheria, visto che le richieste riguardano triglie, orate, polpi o pesci spada". Sorride compiaciuto Gianfranco Friscia, 55 anni, maestro ceramista tra i più apprezzati di Sciacca (Ag), che alla storica ceramica artistica tradizionale locale (caratterizzata da piatti, boccioni, statuine e albarelli decorati) ha preferito la riproduzione di pesci, molluschi e crostacei. Sono almeno trecento al giorno i pesci che vengono sfornati da quella che oggi è una vera e propria fabbrica, creata nei primi anni Duemila alla periferia di Sciacca. Una produzione da almeno 90 mila pezzi l'anno, con un fatturato che supera i centomila euro.

    "Ho messo su un'azienda a conduzione familiare, ci lavoro con mia moglie Antonella e un paio di collaboratori, diplomati all'istituto d'arte" spiega il ceramista mentre sospinge, in direzione di uno dei 6 forni sempre in funzione all'interno del suo stabilimento, un carrello carico di tonni di argilla pronti per la prima cottura. "Sono un appassionato di fauna ittica - dice - Quando vado in barca porto sempre con me la mia macchina fotografica. I pesci vivi possiedono colori unici. Sono io stesso a creare, in laboratorio, le tonalità più adatte ai miei manufatti, combinando tra loro ossidi metallici, pigmenti e le cosiddette "fritte" composti di sabbia e vetro''. Se la verniciatura dei pesci di Gianfranco Friscia può avvenire con apposite macchine smaltatrici, è sulla decorazione che la sua attenzione è maniacale: "Devo creare colori composti - spiega - e molto spesso cerco di ricavare tonalità grigiastre tendenti al celeste e al violetto, alla ricerca di quelle sfumature che si avvicinino quanto più possibile ai colori naturali. Non è facile perché bisogna possedere una percezione visiva specifica, è facile sbagliare, ma io voglio essere precisissimo".

   "Con le esigenze di produttività attuali - sottolinea - modellatura e smaltatura devono avvenire giocoforza attraverso apposite apparecchiature. La prima realizzazione ovviamente è mia. Creo il pesce con l'argilla, poi effettuo la colata di gesso e, infine, plasmo anche un modello in gomma che diventerà lo stampo". Per tutelare la sua opera l'artista saccense ha deciso di brevettare forme e colori di almeno un'ottantina di esemplari, riproducendo così in ceramica gran parte delle varietà presenti nel mare Mediterraneo, ma puntando anche a realizzare una ricca serie pesci tropicali. Oggi Friscia rifornisce una cinquantina di negozi di souvenir nelle più importanti località turistiche da Siracusa a Taormina, da Roma a Firenze. "Ho clienti anche in città che, come Sciacca, sono rinomate nella produzione della ceramica: Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Faenza", dice. Ma oggi i pesci di ceramica di Gianfranco hanno perfino varcato gli oceani.

    "In questi giorni - aggiunge - sto preparando una fornitura di tonni che mi è stata richiesta dal Giappone, ma lavoro da anni con la Spagna, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, e alcuni dei miei pesci oggi decorano anche le pareti di un ristorante alle Bahamas". Oltre che della fabbrica Friscia è titolare anche di una bottega in centro storico: uno dei trentacinque negozi di ceramica artistica di Sciacca, molto ricercata dai visitatori, anche dagli stessi vip ospiti del vicino resort Rocco Forte che, spesso, durante le loro escursioni in città, non rinunciano ad acquistare un pezzo pregiato.

   Una tradizione, quella della ceramica saccense, che vede il comune al vertice dell'Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC), e che trae origine già nel tredicesimo secolo, anche se il periodo di massimo splendore è iniziato nel Cinquecento. Tradizione sostenuta, oltre che dalla storia, anche dal locale Liceo artistico, intitolato non a caso a Giuseppe Bonachia, in arte "Maxarato", nato a Sciacca nel 1562, autore di testimonianze tuttora straordinarie dell'arte maiolicara siciliana.  

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