"Difficile che un siciliano non abbia
come tema la 'sicilitudine'", e se la Sicilia è metafora delle
contraddizioni che convivono nella realtà quotidiana, in un
artista come Luigi Lo Cascio questa è l'ispirazione che da un
ingorgo creativo fa scaturire parole e immagini nitide, lucide,
coinvolgenti al punto da creare un'atmosfera magica. Come quella
respirata al 'Mediamuseum' di Pescara con Lo Cascio a raccontare
a un pubblico ammaliato il suo libro "Ogni ricordo un fiore",
prima della proiezione del film "La città ideale" per "Lo
schermo che pensa", cineforum etico promosso da Associazione
Nazionale Magistrati con Università di Chieti-Pescara,
Università di Teramo e Mediamuseum. "Il personaggio del libro
soffre della sindrome dell'incompiutezza cronica
multifattoriale, è uno scrittore che da trent'anni prova a
scrivere un romanzo, tanto che si sono accumulati 230 inizi. Ma
mentre lui vive con angoscia l'interrompere continuamente, io lo
vivo con molta felicità, questi 230 incipit li ho scritti
gioiosamente".
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