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Libri: Filippo Scroppo, pastore arte raccontato da figlia

Libri: Filippo Scroppo, pastore arte raccontato da figlia

Originario di Riesi fu assistente di Casorati e amico di Guttuso

PALERMO, 13 settembre 2018, 17:00

Redazione ANSA

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Opera di Filippo Scroppo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Opera di Filippo Scroppo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Opera di Filippo Scroppo - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Giovanni Franco) Fu assistente di Felice Casorati alla cattedra di Pittura dell'Accademia Albertina di Torino, dove insegnò fino al 1980. Di lui si ricorda inoltre l'appassionata appartenenza alla causa valdese. Sua figlia Erica ne racconta la storia nel libro Filippo Scroppo (1910-1993), il Pastore dell'Arte (Torino, Claudiana, 2016, pagine 80, euro 12,50) che verrà presentato a Palermo il 20 settembre alle ore 17:30 a Palazzo Belmonte Riso.
    L'autrice del volume ha insegnato per molti anni ed è stata la prima direttrice di radio Beckwith Evangelica; dal 1988 è la Executive Secretary della Waldensian Church Mission. Filippo Scroppo nacque nel 1910 a Riesi, in provincia di Caltanissetta in "una comunità valdese iniziata ufficialmente nel 1871 - si legge nel libro - e in maniera del tutto insolita. In quell'anno una petizione con le firme di circa ottanta notabili, sindaco in testa, non solo invitava l'evangelista Augusto Malan, valdese delle Valli stazionato a Messina, a predicare, ma gli offriva addirittura una chiesa". Nel nisseno Filippo iniziò fin da piccolo a modellare, scolpire e dipingere. Le prime esperienze plastiche e pittoriche si intrecciano con una profonda vocazione religiosa. Nel 1934, dopo soggiorni a Roma e Firenze, si stabilì a Torino, dove si laureò in lettere e avviò i propri interessi artistici, culturali, ideologici. Nel dopoguerra, avendo rinunciato agli studi teologici, il suo impegno si espresse nella scrittura (collabora, fra l'altro, alla edizione locale de "l'Unità", ad "Agorà", a "La Fiera Letteraria").
    Nel capoluogo toscano, ventenne, passava ogni giorno dagli Uffizi o da Palazzo Pitti o dal Bargello per vedere le opere che aveva ammirato riprodotte in bianco e nero. "Quando premeva l'impulso creativo - racconta Erica - se non trovava di meglio, dipingeva su entrambe le facciate delle tele, cartoni, legno.
    Usava la fantasia per reperire materiale di recupero; qualche volta adoperò addirittura vecchi asciugamani lisi".
    "Meglio un cattivo pittore che un cattivo pastore valdese. Fa di certo meno danni", amava dire agli amici, per spiegare la scelta di dedicarsi interamente all'arte. "La mia impressione di Scroppo - scrive Simonetta Agnello Horby introducendo il libro - è di un uomo di enorme energia, pronto a godere di tutto quello che la vita gli ha offerto. E a condividerlo il più possibile con gli altri". Ebbe rapporti di amicizia con grandi artisti e intellettuali come Felice Casorati, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Carlo Levi, Elio Vittorini Italo Calvino e tanti altri.
    Fu tra i fondatori del Mac (Movimento Arte Concreta) con Dorfles, Munari e altri, negli anni 1950 e '60 ha esposto quattro volte alla Biennale di Venezia, dal 1949 per 40 anni organizzo' ogni estate una mostra di arte contemporanea a Torre Pellice, dove morì nel 1993, definita dal critico Argan come "seconda solo a Venezia"... Due suoi autoritratti sono esposi nel Corridoio Vasariano degli Uffizi.
   

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