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Teatro: il Tamerlano di Lo Cascio, tra guerre e sete potere

Teatro: il Tamerlano di Lo Cascio, tra guerre e sete potere

Grande prova di Pirrotta a Biondo Palermo, si replica fino al 18

PALERMO, 10 febbraio 2018, 12:51

Redazione ANSA

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Vincenzo Pirrotta protagonista di Tamerlano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincenzo Pirrotta protagonista di Tamerlano - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo Pirrotta protagonista di Tamerlano - RIPRODUZIONE RISERVATA

In una notte d'ottobre, sotto una neve inattesa, Tamerlano, alla fine della sua vita, e in preda al delirio, racconta le audaci imprese della sua folle vita. E' dal buio che viene fuori, circondato da una inquietante oscurità, come in un quadro di Caravaggio, e nel buio restano tutti i personaggi, sotto lame di luce, di taglio, come spade infuocate. L'assonanza con Caravaggio s'addice alla misteriosa figura di Tamerlano, sanguinario condottiero asiatico che sfidò il genio di Christopher Marlowe e che ora è in scena al Teatro Biondo di Palermo, in prima nazionale, nella riscrittura e per la regia di Luigi Lo Cascio. Lo Cascio si lancia in un'impresa degna del condottiero, riscrivere Marlowe e lo fa con successo. Tamerlano è la guerra, l'efferatezza di una strage reiterata nel tempo, che arriva fino a noi e Lo Cascio non ha bisogno di attualizzare la tragedia, tanto la storia dell'umanità è costellata da un'infinita serie di conflitti sanguinari, da una testarda offesa al cielo. Solo qualche segno, dai cappotti militari senza tempo, disegnati da Nicola Console e Alice Mangano, degni della prima guerra mondiale, come di un antico esercito mongolo, ai siparietti in romanesco, modernissimi, con un piglio fascista e arrogante.
    Mentre superfluo è l'insistere, nel finale, sulla guerra che colpì Palermo, nel 1943. Protagonista dello spettacolo, in una prova attoriale eccellente, è Vincenzo Pirrotta, perfetto nel ruolo, dolente e furioso, e poi smanioso, innamorato della moglie Zenocrate, smisurato nel primo atto e poi ossessionato dal potere, fino a rasentare la follia, e inaspettatamente sobrio nel dialogo con il figlio, nel bellissimo finale, dove il suo cuore malato prende atto della mostruosità della sua intera esistenza.
    Lo Cascio firma uno spettacolo elegante, che nulla concede alla piacevolezza immediata e che forse poteva essere più asciutto, e invece ha una durata di circa tre ore, ma le citazioni colte non mancano, da Hobbes al già citato Caravaggio e persino a Borges, che ne "L'oro delle tigri" dedica a Tamerlano una delle più belle pagine della poesia di tutti i tempi. Bravissimi Paride Cicirello, Gigi Borruso, affiancati da Tamara Balducci, Lorena cacciatore, Giovanni Calcagno, Marcello Montalto, Salvatore Ragusa e Fabrizio Romano. Si replica fino al 18 febbraio.
   

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