Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mafia:Piersanti Mattarella;Grasso,verificare pista nera

Mafia:Piersanti Mattarella;Grasso,verificare pista nera

38 anni fa l'omicidio.Presidente Senato,verità va cercata sempre

PALERMO, 07 gennaio 2018, 15:43

Redazione ANSA

ANSACheck

Omicidio Mattarella:pista targhe in libro di Giovanni Grasso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Omicidio Mattarella:pista targhe in libro di Giovanni Grasso - RIPRODUZIONE RISERVATA
Omicidio Mattarella:pista targhe in libro di Giovanni Grasso - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Giovanni Franco) Una ricerca per comprendere la reale conoscenza dei fatti lunga 38 anni. Tanto è il tempo trascorso dal quel 6 gennaio, giorno dell'epifania del 1980, quando fra le 12,30 e le 13 venne assassinato l'ex presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, Sergio. E ancora oggi è accorato l'appello lanciato, alla commemorazione del delitto svoltasi in via Libertà, tra il numero civico 135 e il 137, da Piero Grasso.
    "Lascio le valutazione ai magistrati. - afferma il presidente del Senato commentando i nuovi accertamenti della Dda sulla ricerca dei sicari, che prendono spunto dalle foto di una targa automobilistica - Le indagini non finiscono mai, non devono finire mai, perché la verità va cercata sempre, in ogni momento: non ci dobbiamo mai arrendere. Vedremo se ci saranno ulteriori riscontri su questa 'pista nera' che non contrasta con il quadro di una convergenza di interessi, di una simbiosi tra politica e mafia e anche di interessi prettamente politici, che hanno voluto fermare l'azione politica di Piersanti Mattarella". Grasso quella mattina era il pm di turno. "Fui chiamato a fare il sopralluogo e a fare i conti con la triste realtà", ricorda. Una prima verità giudiziaria c'è stata con la condanna della cupola di Cosa nostra in qualità di mandante dei delitti politici.
    "Le cause della morte di Mattarella sono note. I mandanti mafiosi sono stati condannati - osserva Grasso - Ma ancora dopo tanti anni non si è riusciti a individuare i killer. Io ho sempre chiesto a tutti i collaboratori di giustizia informazioni sugli esecutori materiali dell'omicidio Mattarella. Ho sempre la speranza che arrivi qualcosa di nuovo. Ci sono ulteriori elementi al vaglio della magistratura". Alla cerimonia di commemorazione erano presenti anche il governatore Nello Musumeci, il sindaco Leoluca Orlando e il prefetto Antonella De Miro, i rappresentanti delle forze dell'ordine. C'erano anche diversi familiari di Mattarella, tra cui la figlia, Maria, recentemente nominata al vertice della burocrazia regionale, con l'incarico di segretaria generale, e parenti di altre vittime, come Vincenzo Agostino con la sua lunga barba bianca che da decenni reclama giustizia per l'uccisione avvenuta il 5 agosto 1989, del figlio Antonio e della nuora Ida Castelluccio. Erano anni difficili e pieni di misteri quelli in cui maturò il delitto Mattarella. Il presidente del Senato rammenta che in quel periodo in Italia c'è stata una convergenza tra la mafia e altre organizzazioni per bloccare il rinnovamento politico.
    "Pochi mesi prima del 6 gennaio 1980 vi fu l'omicidio di Mario Francese, di Boris Giuliano e del giudice Cesare Terranova. La mafia bloccava tutti coloro che contrastavano i suoi interessi - sottolinea - Non dimentichiamo che il giorno in cui Piersanti si è insediato alla Regione gli è arrivata la notizia del sequestro di Aldo Moro. Questo slancio e il suo rinnovamento politico per combattere gli interessi politico mafiosi aveva ottenuto l'appoggio esterno della Sinistra".
    "La sua politica 'dalle carte in regola' resta un esempio per chi si impegna per il bene comune, la legalità e contro le mafie", scrive su Twitter la presidente della Camera, Laura Boldrini. Per Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia, "fu un delitto politico mafioso che troncò la vita di un riformatore lungimirante e rigoroso, un uomo giusto che aveva inaugurato una stagione di rinnovamento nel governo della Sicilia nel segno della buona politica". E per dare uno slancio alla lotta ai boss il neo eletto presidente della Regione, Nello Musumeci osserva che "la Regione ha bisogno di una nuova Commissione antimafia che sia animata da una normativa diversa. La legge che l'ha istituita è del 1991.
    Abbiamo superato la fase de noviziato, serve un ritocco alla legge, pur sapendo che la commissione regionale antimafia non può disporre dei poteri di polizia giudiziaria di cui dispongono le commissioni d'indagine del Parlamento nazionale".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza