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Rifugiati:al via a Lampedusa tour Joyeux supportato da Unhcr

Rifugiati:al via a Lampedusa tour Joyeux supportato da Unhcr

Cantautore italo-francese sostiene campagna #WithRefugees

ROMA, 27 settembre 2017, 12:25

Redazione ANSA

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Restituire la musica delle proprie origini a chi è stato costretto a fuggire dal proprio paese a causa di guerre, violenze e persecuzioni: è l'intento del #WithRefugees tour del cantautore italo-francese Sandro Joyeux, con il supporto dell'Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr). Il tour partirà simbolicamente da Lampedusa il 1 ottobre, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, e proseguirà fino a dicembre toccando le principali città italiane, tra cui Roma, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna e Milano.
    L'Unhcr ha voluto sostenere il tour attraverso #WithRefugees, la campagna globale lanciata nel 2016 con l'obiettivo di rendere visibile la solidarietà verso i rifugiati a livello globale. Nel 2017 la campagna vuole promuovere tolleranza e non discriminazione a livello nazionale e internazionale, rafforzando il contratto sociale tra le comunità di accoglienza e le comunità di rifugiati. In quest'ottica, il tour di Joyeux, grazie alla collaborazione anche dello Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), mira a coinvolgere attivamente nei concerti le comunità di rifugiati ospitate nei centri di accoglienza dei vari territori, fornendo e restituendo accesso alla musica ai beneficiari di protezione internazionale.
    Sandro Joyeux è stato una delle sorprese del concertone del Primo Maggio 2015 a Piazza San Giovanni a Roma. Parigino di nascita (1978), giramondo per vocazione, ha percorso più di mezzo milione di chilometri con la chitarra sulle spalle per raccogliere tradizioni, dialetti e suoni del Sud del mondo.
    Canta in francese, inglese, italiano, arabo e in svariati dialetti come il Bambarà, il Wolof, il Dioulà. Nel 2012 ha ideato l'Antischiavitour, un tour a sostegno dei braccianti stagionali stranieri lungo tutta la penisola, che lo ha portato a suonare in tutti i luoghi simbolo dello sfruttamento della manodopera migrante, ma anche nel Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) e in numerosi progetti Sprar.
   

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