Per dieci anni, dal 1979 al
1989, lavorò in silenzio in quella stanza al primo piano dello
stabile di piazza Gallo, quando ancora era la sede del palazzo
di giustizia. Ora il suo ex ufficio, terz'ultima porta a destra
del corridoio, diventa "la stanza della memoria" per iniziativa
del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, in accordo con il
presidente del Tribunale, Pietro Maria Falcone. Il locale, che
si trova in una sede del Comune, era l'ufficio disadorno del
sostituto procuratore della repubblica Rosario Livatino, ucciso
dalla mafia il 21 settembre del 1990 mentre a bordo della sua
utilitaria si stava recando al lavoro proprio in questo palazzo.
A 27 anni di distanza da quel delitto, con la collaborazione
di alcuni magistrati che lavorarono in quegli anni in quello
stesso palazzo a fianco del giudice Livatino, è stato possibile
ricomporre l'ufficio con gli arredi dell'epoca a ricordo e
testimonianza dell'opera del "giudice ragazzino" come venne
soprannominato quasi subito per via della giovane età.
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