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Carceri:detenuti Ucciardone alle prese con il don Chisciotte

Carceri:detenuti Ucciardone alle prese con il don Chisciotte

Video rappresentazione trasmesso al Sole Luna Doc Film Festival

PALERMO, 07 luglio 2017, 13:55

Redazione ANSA

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Carceri:detenuti Ucciardone alle prese con il don Chisciotte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carceri:detenuti Ucciardone alle prese con il don Chisciotte - RIPRODUZIONE RISERVATA
Carceri:detenuti Ucciardone alle prese con il don Chisciotte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rompere l'isolamento del carcere portando in scena gli ideali di giustizia e il sogno di un altrove possibile attraverso le pagine di un classico della letteratura come don Chisciotte: è la sfida affrontata da un gruppo di detenuti del carcere Ucciardone di Palermo e presentata al complesso monumentale dello Spasimo nell'ambito del Sole Luna Doc Film festival. A promuovere la conoscenza dei classici attraverso il teatro è stato il progetto "Classici in strada" coordinato dalla docente Isabella Tondo e che con una rete di scuole e associazioni a partire dal 2013 ha realizzato eventi nei quartieri storici di Ballarò e Borgo Vecchio, con l'intento di innescare un cambiamento proprio in quelle zone dove più forte è il conflitto o l'esclusione sociale. Nel 2015 la decisione di far conoscere la forza eversiva di un testo classico anche oltre gli orizzonti ristretti di un carcere, lavorando con i detenuti dell'Ucciardone, grazie a una collaborazione con l'Asvope (Associazione Volontariato Penitenziario Palermo).
    "Il primo anno sono stati scelti brani di Omero dall'Iliade e dall'Odissea - spiega Giovanna Bonomonte, dell'Asvope - e i detenuti si sono riappropriati del testo utilizzando il siciliano, una vera operazione di libertà. Poi l'anno successivo è toccato alle favole di Esopo, con riflessioni sull'uso del tempo libero e il lavoro. Hanno riscattato le cicale, tanto maltrattate da Esopo, perché il divertimento, anche nel teatro, è stata una necessità per molti". Lo stesso bisogno di leggerezza che ha portato quest'anno a scegliere il don Chisciotte, come spiega la regista dello spettacolo, Preziosa Salatino: "Ci sono gli ideali di giustizia, i sogni, il senso della sconfitta e questo è piaciuto moltissimo - spiega - al punto che alla rappresentazione finale con i familiari c'era molta commozione, ma anche risate e orgoglio per un'autostima riconquistata. Ci sono episodi marginali nel testo, come la liberazione dei galeotti, che invece qui sono diventati centrali da parte di chi sperimenta ogni giorno la condizione dell'oppresso". Una conquista che ha conosciuto anche Giovanni, ex detenuto che per tre anni ha partecipato ai laboratori teatrali: "Volevo fare anche io don Chisciotte, ma ho finito prima di scontare la mia pena, e in questo senso ci sono rimasto male - scherza - grazie al teatro ho fatto delle cose a cui prima non pensavo minimamente e che mi hanno cambiato, ora sono felice". (ANSA)

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