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Comunali: caso La Vardera a Palermo, dopo la rissa ipotesi truffa a elettori. Ma lui dice: 'Nessun bluff, ho documentato la mia campagna'

Finisce all'ospedale dopo scontro con attore Benigno

Giura che la campagna elettorale da candidato a sindaco di Palermo era reale; ma ammette che era altrettanto autentico il progetto di riprendere con la telecamera, come su un set cinematografico, ogni momento di quella campagna che si è conclusa venerdì scorso. Ismaele La Vardera, 23 anni, giornalista pubblicista, ha creato uno sconquasso nel mondo politico dopo che, in un faccia a faccia con un candidato deluso dal risultato elettorale (2,6%), gli ha detto che le elezioni erano solo un pretesto per girare un documentario sui politici, che il giovane, già inviato delle Iene, giudica con una certa durezza.

Il suo interlocutore, Francesco Benigno, attore in "Mary per sempre", film dell'89 di Marco Risi nel quale interpretava se stesso, non l'ha presa bene e l'ha spedito in ospedale: "Hanno spintonato la mia ragazza e ho reagito" è la sua versione. La Vardera, intanto, ha un collare ortopedico e gli è stata prescritta una terapia farmacologica per una settimana. Intervistato dai conduttori de 'La zanzara' su Radio 24, ha poi detto che denuncerà Benigno, che l'idea del documentario gli è venuta dopo aver deciso di candidarsi e ha giurato di "non aver preso un euro da Meloni e Salvini".

Il ragazzo che mesi fa annunciò la sua discesa in campo dicendo che lo faceva "per i giovani e le generazioni ormai rassegnate all'epoca del nulla cosmico", dopo tutto questo trambusto prova a mettere una pezza. "La mia candidatura non è stata affatto un bluff, voglio tranquillizzare i miei elettori. Fino alla fine ho esposto le mie idee, purtroppo sono arrivato quarto. Questo non significa che ho perso la mia natura giornalistica, durante questi mesi ho documentato la campagna elettorale. Che male c'è a rendere trasparente la politica?".

Sostenuto da centrodestra, Fratelli d'Italia e Lega, La Vardera - afferma su Facebook - si è fatto aiutare "da persone come Davide Parenti, autore delle Iene, e Claudio Canepari. Se avessi fatto uscire questa notizia prima, non avrei preso il 2%", vista la popolarità dei suoi collaboratori. Senza la scazzottata di ieri, probabilmente La Vardera avrebbe avuto tutto il tempo di montare in tranquillità il suo documentario, senza incorrere in polemiche preventive; ma il sanguigno Benigno, che ha preso solo 147 voti, ieri l'ha messo alle strette e, prima che arrivassero i carabinieri nella segreteria elettorale del candidato a sindaco e sequestrassero alcuni video, l'attore - fedele al suo ruolo - ha fatto a pezzi la telecamera che lo stava riprendendo. Intanto, sono gli stessi alleati di La Vardera a parlare di un "episodio di inaudita gravità con risvolti politici e giudiziari inediti". Giampiero Cannella, coordinatore regionale FdI e Raoul Russo, portavoce provinciale, parlano di "turbativa del regolare processo di scelta democratica". Fratelli d'Italia e Alleanza Nazionale hanno annunciato di riservarsi "ogni azione opportuna a tutela del movimento", dichiarando di non avere "nulla da temere dalla pubblicazione di qualsivoglia registrazione" ma giudicando "gravissimo l'avere carpito la fiducia dei dirigenti locali e nazionali e soprattutto degli elettori palermitani. Questo prodotto rischia di essere la conferma di una spregiudicata e cinica interpretazione al ribasso del ruolo di 'giornalista d'assalto'". "Se è vero restituisca i soldi incassati dai cittadini e dai politici che lo hanno sostenuto e si vergogni" ha detto il leader palermitano dei leghisti, Francesco Vozza. Intanto, l'ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che ha scontato cinque anni di carcere, ha raccontato che La Vardera andrò a trovarlo due volte, l'ultima ieri, per chiedergli dei consigli. "Adesso ho capito la ragione - ha osservato Cuffaro - ieri mi ha chiesto una liberatoria per usare il video. Gliel'ho data".

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