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Amministrazione giudiziaria per 4 Lidl

Amministrazione giudiziaria per 4 Lidl

Indagine Dda Milano su famiglia catanese dei Laudani

MILANO, 15 maggio 2017, 17:57

Redazione ANSA

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Mafia: atti, in due giorni mazzetta al nord e soldi al sud - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafia: atti, in due giorni mazzetta al nord e soldi al sud - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mafia: atti, in due giorni mazzetta al nord e soldi al sud - RIPRODUZIONE RISERVATA

Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno eseguito 15 misure cautelari e due fermi tra la Lombardia e la Sicilia nell'ambito di una indagine contro le attività criminali della famiglia mafiosa catanese dei Laudani coordinata dalla Dda di Milano. In particolare, secondo quanto si è appreso, sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione Lidl, cui afferiscono circa 200 punti vendita.
   L'operazione della Dda di Milano che ha coinvolto quattro direzioni generali (su 10 in Italia) della multinazionale della grande distribuzione riguarderebbe omissioni nei controlli verso alcuni appalti sospetti finiti nell'orbita delle indagini nei confronti del gruppo criminale ritenuto vicino ai Laudani. Nel complesso delle indagini della Polizia di Stato di Milano e della Guardia di Finanza di Varese sono state eseguite oltre 60 perquisizioni tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, e sequestri preventivi di beni immobili e quote sociali

 La presunta associazione per delinquere smantellata oggi dalla Dda di Milano avrebbe ottenuto "commesse e appalti di servizi in Sicilia" da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso "dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani", clan mafioso "in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori in Sicilia". Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia "in Piemonte" attraverso "dazioni corruttive". Lo si legge nell'ordinanza cautelare firmata dal Gip di Milano

   La presunta associazione per delinquere smantellata oggi dalla Dda milanese avrebbe funzionato "da serbatoio finanziario del clan: da un lato, l'appartenenza al sodalizio di soggetti esercitanti il controllo su floride aziende del settore della sicurezza privata e, d'altro canto, l'opportuna lontananza del luogo di formazione della provvista, dal territorio di riferimento del clan, rendono particolarmente efficace l'attività dell'associazione, volta al sovvenzionamento dell'organizzazione di stampo mafioso". Lo scrive il gip di Milano Giulio Fanales nell'ordinanza d'arresto.

  Nel giro di due giorni, tra il 13 e il 14 dicembre scorso, la presunta associazione per delinquere vicina alla clan mafioso Laudani sarebbe stata in grado, attraverso due suoi esponenti, da un lato di pagare mazzette in Piemonte ad un dipendente della Lidl per ottenere appalti, e dall'altro di portare soldi alla cosca in Sicilia per avere commesse sempre relative a filiali del noto supermercato. E' quanto si legge nel decreto con cui la Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese (giudici Roia-Tallarida-Pontani) ha commissariato 4 direzioni generali della catena della grande distribuzione tedesca.
Dalle indagini, infatti, scrive il Tribunale, "è emerso che le modalità attraverso cui le cooperative gestite dagli indagati acquisiscono tali commesse sono differenti tra sud e nord: mentre in Sicilia gli appalti vengono ottenuti tramite l'interessamento remunerato delle organizzazioni mafiose, al nord i pagamenti sono effettuati direttamente a favore di figure dirigenziali della stessa Lidl ed a titolo corruttivo". A riprova di ciò, si legge ancora, "il pm cita gli avvenimenti registrati in Sicilia e Piemonte nelle giornate del 13 e 14 dicembre: in queste giornate l'indagato Politi si trova a Catania per incontrare dapprima Greco (emittente fatture false) e poi Borzì Enrico, referente e 'cassiere' della famiglia Laudani (a cui consegna il denaro provento delle false fatture)". Nel frattempo, "il giorno 14 dicembre, a Chivasso, Micelotta (anche lui arrestato, ndr) incontra Suriano (funzionario Lidl) e gli consegna la somma di € 4.000 con finalità corruttive".

  "Lidl Italia si dichiara completamente estranea a quanto diffuso in data odierna dai principali media in relazione all'operazione gestita dalla Dda": è quanto dichiara, in una nota, la società. "L'azienda, che è venuta a conoscenza della vicenda in data odierna da parte degli organi inquirenti - viene sottolineato nel comunicato - si è resa da subito a completa disposizione delle autorità competenti, al fine di agevolare le indagini e fare chiarezza quanto prima sull'accaduto. Lidl Italia precisa, inoltre, che l'azienda non risulta indagata e non vi sono sequestri in atto".

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