Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Migranti: truffa Cpsa Pozzallo,6 denunce

Migranti: truffa Cpsa Pozzallo,6 denunce

Dipendenti Comune avrebbe gonfiato fatture, chiesto giudizio

POZZALLO (RAGUSA), 24 gennaio 2017, 09:13

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio di sei dipendenti del Comune di Pozzallo nell'ambito di indagini della guardia di finanza sul Centro di accoglienza per migranti, oggi "Hot spot". L'inchiesta è stata avviata nel 2014. L'indagine ha consentito di far emergere, attraverso la ricostruzione contabile delle giacenze di magazzino, delle fatture di acquisto e dei prospetti di rendicontazione delle spese, la posizione di sei dipendenti del Comune, con incarichi all'interno del Centro: direttore, magazziniere, contabile, responsabile servizio amministrativo e coordinatori. Secondo l'accusa, le fatture presentate alla Prefettura di Ragusa per i servizi resi, sarebbero state "gonfiate" omettendo, nel contempo, di fornire le quantità di beni e servizi previste per contratto. Complessivamente gli indagati avrebbero richiesto impropriamente a rimborso negli anni 2013 e 2014 un importo di oltre 650 mila euro, attestando falsamente una distribuzione di materiale mai avvenuta.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza