"Una storia di espiazione e
famiglie spezzate, un inno alla vita". Così Carmelo Sardo,
giornalista siciliano e autore di romanzi di successo come
"Vento di Tramontana" e "Malerba" (premio Sciascia, tradotto in
oltre 10 Paesi, scritto a quattro mani con l'ergastolano
Giuseppe Grassonelli, condannato per mafia e diventato un caso
editoriale) racconta la sua ultima fatica, "Per una madre",
(edito da Mondadori, pagg. 362, euro 19).
Il romanzo è stato presentato alla libreria Mondadori di
Palermo, insieme all'attrice Stefania Orsola Garello. Un libro
nato in un contesto in cui i "codici taciti del carcere venivano
rispettati da tutti pur essendo fuori da ogni regola legale" e
cioè nella prigione di massima sicurezza di Favignana, a castel
San Giacomo, nel 1982, durante l'esperienza del servizio di leva
vissuta da Sardo tra gli agenti di custodia. "Un'esperienza
durissima, ma anche uno svezzamento incredibile, avevo 20 anni -
ricorda l'autore - In quelle celle scavate sette metri sotto
terra, dove i reclusi boccheggiavano d'estate e gelavano
d'inverno, ho affrontato il caso di un detenuto che si è dato
fuoco, e una serie di violenze e privazioni subite da chi è
condannato a un 'fine pena mai' cosi assurdo che persino i
computer non accettano, al punto da dover scrivere nel sistema
'31 dicembre 9999'. Ho così imparato ad andare oltre i
pregiudizi e ascoltare le loro storie che poi trascrivevo in dei
quaderni. Da lì è nato un rapporto che oserei definire di
amicizia con un boss che aveva intrapreso un percorso di
recupero e che voleva riscattare la sua esistenza generando un
erede, con la complicità di noi guardie, durante l'ora dei
colloqui con la moglie. Un patto che ho accettato e che mi ha
tormentato per anni". Un'angoscia esorcizzata attraverso la
scrittura, immaginando un destino diverso per il figlio di un
boss. "Riscatta il padre diventando avvocato - spiega l'autore -
ma non resiste al richiamo della Sicilia dove torna per scoprire
se, come gli era stato raccontato, è stata davvero la mafia a
uccidere la madre in un agguato". Un giallo che intreccia "la
luce al lutto, scombussola esistenze e intreccia i destini delle
persone - dice Sardo - un inno alla vita che spero faccia
filtrare qualche riflessione sulla detenzione, come gli altri
miei libri. Non a caso stiamo lavorando alla presentazione del
romanzo in alcune carceri, come quello di Opera, a
Milano".
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