"Giovanni Brusca dice tutto
lui, sa tutto lui, ma nessuno di noi sa niente. Questo è un
inventore, si inventa le cose, è uno che ha ucciso molte
persone. Io lo conosco perché sono di Corleone, lui di San
Giuseppe Jato e avevamo dei terreni confinanti. Di altro non
so". Così il boss Totò Riina ha risposto alle domande dei
difensori di Cosimo D'Amato, Giuseppe Barranca e Cristofaro
"Fifetto" Cannella, imputati al processo d'appello bis per la
strage di Capaci, in corso in corte d'assise d'appello a
Caltanissetta. "Di tutte queste cose io non so niente", ha
aggiunto quando gli chiedevano di un incontro con Brusca in cui
si sarebbe parlato dell'esplosivo per l'attentato a Falcone.
Brusca aveva dichiarato che era stato Riina stesso a dirgli che
parte dell'esplosivo era stato procurato dai fratelli Graviano,
boss palermitani di Brancaccio.
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