Mille anni di storia sommersi tra
preservativi, fazzoletti, escrementi umani e animali, erbaccia
alta fino a due metri. Così si presenta il Castello al Mare,
sito archeologico risalente all'inizio del primo millennio,
nella zona del porto di Palermo, a due passi dalla costa. Il
sito è chiuso da tre mesi, da quando l'area fu interdetta per
consentire agli artificieri di disinnescare un ordigno bellico.
Da allora nel sito, oltre 10mila mq, ha preso piede il degrado
più assoluto. Il personale trova di tutto, da preservativi usati
dalle coppietta che riescono a introdursi nell'area scavalcando
un muretto a fazzoletti gettati all'interno dalle prostitute.
L'erba attorno è alta, ci sono zecche dappertutto e in caso di
incendio il rischio è elevato anche perché, come segnalato dal
personale, tutti gli estintori sono scaduti e scarichi. I
dipendenti hanno inoltrato alla Sovrintendenza di Palermo,
responsabile del sito, diverse richieste d'intervento, spesso
inevase. "Non ci sono soldi", il refrain.
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