Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cooperante ucciso, madre fa causa a Usa

Cooperante ucciso, madre fa causa a Usa

Dopo rapimento Lo Porto vittima raid tra Pakistan e Afghanistan

PALERMO, 12 marzo 2016, 11:03

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Giusi Felice, madre di Giovanni "Giancarlo" Lo Porto, il cooperante italiano ucciso al confine tra Afghanistan e Pakistan nel gennaio 2015 (la famiglia fu avvertita il successivo 23 aprile), farà causa agli Stati Uniti per la morte del figlio, che era stato rapito il 19 gennaio 2012 in Pakistan, dove lavorava per la ong tedesca Wel Hunger Hilfe, e poi rimasto vittima in un raid antiterrorismo condotto dagli Usa. Lo dice lei stessa in un'intervista a Repubblica-Palermo.
    L'iniziativa legale sarà illustrata martedì prossimo in una conferenza stampa alla Camera dagli avvocati Giorgio Perroni e Andrea Saccucci.
    La signora Felice, che vive a Palermo, esclude qualunque responsabilità dell'Italia: "Il nostro paese non ha alcuna colpa e non ha mai smesso di di provare a riportare a casa Giancarlo.
    Obama ci ha chiesto pubblicamente scusa per quel folle bombardamento coi droni. Ci avevano promesso che avremmo saputo la verità. E invece niente".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza