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Libia: Nyt, pronto piano Usa, ondata di raid contro Isis insieme con Italia, Francia e Regno Unito

Le salme di Failla e Piano saranno trasferite oggi a Tripoli.

Un piano dettagliato per aggredire la crescente minaccia dell'Isis in Libia, insieme agli alleati Italia, Francia e Regno Unito: è quello che il Pentagono ha presentato alla Casa Bianca, mettendo sul tavolo dello Studio Ovale una serie di opzioni a partire da quella che prevede un fuoco di fila di bombardamenti aerei. L'obiettivo dei possibili raid - spiega il New York Times - sono campi di addestramento, centri di comando, depositi di munizioni e altri siti in cui si raggruppano i militanti dello Stato islamico: almeno 30-40 'target' in quattro aree del Paese nordafricano.

Salta ancora voto Tobruk su governo Per mancanza di numero legale anche oggi, dopo il nulla di fatto di ieri, il Parlamento di Tobruk non ha potuto riunirsi per votare la fiducia al governo di unità nazionale libico del premier designato Fayez al Sarraj. Lo riferisce l'emittente Libya's Channel.

 Le salme di Failla e Piano oggi a Tripoli "I corpi devono essere consegnati a Tripoli al procuratore generale e, se tutto andrà come previsto, saranno a Tripoli a mezzogiorno": lo detto all'ANSA il sindaco di Sabrata, Hussein Al-Zawadi, contattato per telefono, riferendosi alle salme dei tecnici uccisi in Libia, Salvatore Failla e Fausto Piano che si trovano al momento nella vicina Surman. La moglie di Failla e i familiari di Piano sono a Roma in attesa del rientro delle salme.

Calcagno, fin dall'inizio pensavamo di fuggire - "Eccome se si parlava di fuga. Pensavamo di trovare un'opportunità per fare questa cosa dall' inizio, perché passavano i giorni e vedevamo che non si muoveva niente. Anche perché dal principio, fino al giorno 14 di agosto, noi non avevamo nessun tipo di notizia. Loro non ci dicevano niente". Così Filippo Calcagno, dalla sua casa di Piazza Armerina (Enna), durante l'intervista ad Agorà (Rai3) dedicata oggi al racconto della sua prigionia in Libia. "Il giorno 3 di agosto, dopo quindici giorni dal rapimento, loro entrano e ci chiedono un numero da poter contattare e noi naturalmente diamo quello della Società: era l'unico che ricordavamo, gli altri li avevamo nei cellulari ma ci avevano tolto tutto - racconta Calcagno ricordando la sua prigionia - Noi glielo dicevamo: avete i cellulari, guardate lì dentro. Il giorno 9 entrano e ci dicono di fare una registrazione per 'spingere' a fare qualcosa. Ma ci torna un po' la speranza il giorno 14, quando ci chiedono di conoscere cose che solo noi sapevamo: a me chiedevano la data del matrimonio, e queste domande ci avevano un po' alimentato la speranza che si apriva la trattativa''. ''Poi silenzio totale - continua - E iniziano le ritorsioni, e ogni giorno aumentavano: non ci davano da mangiare, non ci facevano andare in bagno. Ci avevano detto di bussare alla porta se avevamo bisogno di andare in bagno, ma un giorno, quando Failla si è permesso di farlo, sono entrati e hanno iniziato a prenderlo a pugni. E da quel momento ci hanno proibito di bussare, lasciandoci un secchio per le nostre necessità".

 

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