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Esplode vulcanello, Pm: omicidio colposo senza indagati

Un minuto di silenzio per i due fratellini morti

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, che ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo per la morte, avvenuta due giorni fa, dei fratellini Carmelo e Laura travolti dal fango dopo l'esplosione dei vulcanelli nella riserva Macalube. E' quanto emerge da un vertice sull'inchiesta al quale hanno partecipato il procuratore capo Renato Di Natale, il pocuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Carlo Cinque. I magistrati hanno delegato le indagini ai carabinieri chiedendo l'acquisizione di documenti e parti. Tra le cose da accertare è la proprietà dell'area sulla quale è stata realizzata la riserva. Nel pomeriggio la Procura di Agrigento nominerà come consulente tecnico un vulcanologo.

Un minuto di silenzio per i due fratellini morti - Nei due plessi dell'istituto "Luigi Capuana" di Aragona (Agrigento) frequentati da Carmelo e Laura alle 10 è stato osservato un minuto di silenzio da alunni e insegnanti. La dirigente scolastica del 'Capuana', Pina Butera, ha ricordato di aver incontrato Carmelo all'inizio dell'anno scolastico: "Era un ragazzino dolcissimo - ha detto - e tutti nella scuola hanno di lui un bellissimo ricordo".

I funerali dei fratellini si svolgeranno domani martedì nel pomeriggio, nella chiesa della Madonna di Pompei, ad Aragona. "La scelta della chiesa - ha detto il cappellano militare dei Carabinieri, don Salvatore Falzone - è stata decisa dalla madre dei piccoli perché è il luogo dove i bimbi hanno fatto il catechismo e al quale erano molto affezionati". Il padre non si dà pace e continua a ripetere: "perché non sono riuscito a liberarli".

I genitori delle vittime hanno trascorso la notte in ospedale, assistiti da psicologici e tenuti in osservazione dai medici. Nell'obitorio dell'ospedale di Agrigento ci sono i corpi di Laura e Carmelo.

RISERVA META PREDILETTA DI SCOLARESCHE - Quel paesaggio lunare, stupefacente, uno spettacolo naturale raro coi vulcanelli di fango alti massimo un metro che borbottano facendo uscire gas, geyser e schizzi, dove ieri sono morti due bambini, è una delle mete preferite dalle scuole siciliane. Nella riserva Macalube d'Aragona, infatti, ogni anno vengono organizzate decine di gite di classi di gradi diversi e da diverse province per spiegare agli alunni il ''vulcanismo sedimentario'' il particolare fenomeno geologico che rende la collina dei vulcanelli una meta da non mancare. La riserva è stata istituita dalla Regione siciliana nel 1981 proprio per proteggere il fenomeno. La commissione europea ha finanziato il progetto Life Natura proposto dalla provincia agrigentina che vede come partner il Comune di Aragona e Legambiente, l'ente che gestisce la riserva.

CHE COSA SONO I VULCANELLI - Risale a sei anni fa l'ultima violenta esplosione dei vulcanelli nella riserva Macalube di Aragona, istituita nel 1995 e gestita da Legambiente Sicilia, ogni anno meta di migliaia di turisti. Le maccalube, dall'arabo maqlùb - "terra che si rivolta" - sono un esempio del fenomeno geologico denominato "vulcanesimo sedimentario". L'area si trova a circa 15 Km da Agrigento. Tra il 2002 e il 2008, le maccalube o "vulcanelli" sono state al centro di un fenomeno che ha prodotto profonde fenditure nel terreno e la formazione di una vasta collina a seguito di forti esplosioni con riversamenti di quantità enormi di argilla e fango. Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano sottoposto a pressione. Il gas, attraverso discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua leggermente salata a temperature comprese tra i 20 ed i 25 °C, che danno luogo a un cono di fango la cui sommità è del tutto simile a un cratere vulcanico. La consistenza dei fanghi argillosi è a volte così liquida, come nella zona di Caltanissetta, da non permettere la formazione di veri e propri coni vulcanici. Altre volte il fenomeno assume carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas e acqua scagliato a notevole altezza.

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