(ANSA) - CAGLIARI, 21 FEB - "La Sardegna è una miniera per un
food blogger, tutta da raccontare". Genovese d'origine,
cagliaritana d'adozione, Alessandra Guigoni, antropologa e food
blogger, è tra le ospiti del Festival del Giornalismo
Alimentare, in programma a Torino dal 22 al 24 febbraio. "Fare
foodscouting, trovare nuovi prodotti, espressioni del
territorio, o scoprire chef in ombra ma ricchi di talento,
locali poco noti dove trovare piatti della tradizione, fa bene
allo sviluppo e all'economia locale", spiega Guigoni. A Torino
porterà il suo contributo al tema "Quando i prodotti comunicano
il Paese e i territori" portando a esempio le eccellenze
dell'enogastronomia sarda, veri attrattori del turismo di
settore. Uno dei tanti esempi è la cipolla di San Giovanni
Suergiu, un prodotto biodiverso con una storia molto
affascinante e un gruppo di agricoltori che la sta riportando
agli antichi fasti. "Il pane con le cipolle che producono nella
cittadina sulcitana è di una bontà eccezionale", dice la food
blogger.
"Basta affinare lo sguardo e si possono trovare spunti
inusuali e originali anche quando si parla di prodotti arcinoti
- aggiunge - entrare nella loro storia, svelarne sapori, modi
d'uso, curiosità, offrendo un punto di vista personale, è a
volte faticoso ma immensamente gratificante". L'antropologa
sottolinea l'importanza della comunicazione, dello storytelling:
"Non basta avere un prodotto eccellente, con una storia
affascinante e produttori carismatici, se tutto quel valore è
conosciuto da pochi e non si riesce a comunicarlo e a farlo
entrare nel mercato". Ha le idee chiare su quali siano i punti
di forza dell'enogastronomia in Sardegna: artigianalità,
originalità, unicità, diversità, creatività, estrema varietà di
prodotti, di tecniche di produzione e l'enorme agro
biodiversità. "L'Isola ha delle potenzialità straordinarie -
ribadisce - ma paga cara l'insularità per i trasporti e la
logistica. E poi, la proverbiale riservatezza. Ma se si vuole
vendere un prodotto, far conoscere un territorio, bisogna salire
sul palcoscenico, perché stando dietro le quinte il pubblico non
ci vede".(ANSA).