(ANSA) - CAGLIARI, 21 MAR - Circa 36mila ettari coltivati a
uliveto per una produzione che varia dagli 85mila ai 100mila
quintali l'anno. Sono i dati dell'olio sardo che impallidiscono
se confrontati con i corrispondenti a livello nazionale: un
milione e 170mila ettari coltivati per una produzione di sei
milioni e 100mila quintali. Il contributo dell'Isola alla
produzione totale corrisponde al 3% circa. Una resa nettamente
inferiore rispetto a quella media nazionale, ma questo permette
di raggiungere livelli qualitativi molto alti.
Ecco perché, ha ricordato l'assessore agli Enti locali,
Cristiano Erriu, alla presentazione dell'iniziativa per la
Domenica delle Palme (con il conferimento dei ramoscelli di
ulivo in Vaticano), "con l'Associazione Nazionale Città
dell'Olio, la Regione Sardegna lavora ad una candidatura del
paesaggio olivetato a patrimonio dell'Unesco: sarebbe un sigillo
meritato e straordinario di promozione delle nostre biodiversità
e di integrazione euromediterranea".
Pur in una superficie ridotta, nell'Isola si producono
diverse varietà di olive che spesso prendono il nome dei
territori dove sono maggiormente coltivate. Qualche esempio: la
Bosana, soprattutto nel Sassarese e nella Nurra, la Semidana
dell'Oristanese, la Nera di Gonnos coltivata nel
Guspinese-Villacidrese e fino al Sarrabus, la Tonda di Cagliari
- Campidano di Cagliari e Oristano, la nera di Oliena. (ANSA).