CAGLIARI, 12 MAG - Cagliari e non solo: altri undici Comuni e 136 luoghi della cultura sono coinvolti nel terzo weekend di Monumenti Aperti 2017. Si tratta di Bosa, Carbonia, Gonnesa, Lunamatrona, Marrubiu, Osilo, Ozieri, Ploaghe, Sennori, Serramanna e Usini. Al suo ottavo anno nella rete di Monumenti Aperti, Bosa apre al pubblico 20 siti. Tra le novità: il Quartiere di Sa Costa; la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa del Carmelo, il Convento del Carmelo, la Chiesa di Santa Maria Stella Maris e la Chiesa di San Pietro extra muros.
Quarta partecipazione e 24 beni culturali visitabili a Ozieri. Sei novità: la Chiesa di Nostra Signora del Rosario, l'Asilo infantile e orfanotrofio femminile Satta Sequi; la Sala dei reduci e combattenti e murale di Liliana Cano, la Statua Francesco Ignazio Mannu e il Museo Etnografico La Taverna dell'aquila. Ploaghe apre 15 monumenti. Tra questi: la Fonte Nuragica di Frades Mareos, la Tomba dei Giganti di "Fiorosu", la Chiesa di San Sebastiano, la Funtana Manna che era un antico lavatoio, l'Archivio parrocchiale, il Cimitero monumentale.
Per la sua quattordicesima partecipazione il Comune di Carbonia mette a disposizione 21 siti. Tra i visitabili, quelli che testimoniano il passato minerario della città: il Complesso di Archeologia industriale della Grande Miniera di Serbariu, l'Ex Direzione della Miniera-Fabbrica del Cinema, il Centro Ricerche Sotacarb, il Museo dei Paleo Ambienti Sulcitani E. A. Martel, il Museo del Carbone. Sette beni culturali a Gonnesa, con le tre novità della Chiesa campestre di San Rocco, della Funtana Morimentu, un sito di interesse archeologico, e del Cimitero comunale. Sei monumenti a Lunamatrona con una new entry rispetto allo scorso anno: la casa padronale Serpi-Gessa, fabbricato che risale all'Ottocento e che sfoggia le tipiche caratteristiche della casa a corte.
Marrubiu apre al pubblico 12 monumenti con quattro siti in più rispetto all'edizione 2016: il Complesso archeologico del Pretorium romano, Is cungiaddedus, cioè piccoli appezzamenti di terra chiusi a siepe derivanti dalle istituzioni medievali; il Canale adduttore del fiume Tirso che attraversa Marrubiu da nord a sud e mette in comunicazione il lago Omodeo con la pianura del basso oristanese, il complesso industriale Etfas costituito da un silos granario da 20.000 quintali e le officine meccaniche con annesso parco macchine utilizzato per le opere di bonifica e riordino del Campo di Sant'Anna. Per il suo debutto Osilo mette a disposizione 10 siti. Tra questi: San Lorenzo-La valle dei mulini, la Chiesa dell'Immacolata Concezione (Santa Maria) e Collegiata che risale alla fine del XVII secolo, la Chiesa di Nostra Signora del Rosario, tipico esempio di arte tardo rinascimentale con richiami ad influssi gotico-aragonesi, la Chiesa di San Maurizio.
Sette beni da vedere a Sennori: la passeggiata che si percorre appena si entra nel paese, subito dopo il Monumento ai caduti, la Casa d'artista di Ica Spanu e Antonio Sali, due artisti Sennoresi. Sette monumenti anche per Serramanna, con due novità: Casa Abis, costruita agli inizi del '900, e la Casa Campidanese Cadoni-Arcais: un complesso residenziale e agricolo costruito nel XIX secolo. Tutte le informazioni dettagliate si trovano nel sito www.monumentiaperti.com.
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