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Longevità: esperti a confronto

Longevità: esperti a confronto

Pili, No a 'parole trappola' che discriminano in base all'età

CAGLIARI, 30 dicembre 2017, 17:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Maria Grazia Marilotti

Nonnino, nonnetta, cariatide, mummia. "Non sono che alcuni esempi di 'parole trappola' usate per racchiudere l'anziano ed emarginarlo", spiega Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità.

Un lessico discriminatorio verso individui in ragione della loro età. "Vista quasi come un insulto, una colpa, una stortura da correggere rincorrendo il mito del 'giovanilismo' a tutti i costi - spiega l'esperto - il linguaggio penalizzante è figlio di questa cultura ingiusta, l'Ageismo, forma di pregiudizio e svalorizzazione".

Passa anche e soprattutto il superamento di questo concetto per Pili, la promozione dell'invecchiamento attivo, filo conduttore di una conferenza che si è svolta a Cagliari allo Ierfop. L'incontro ha messo a confronto esperti della Comunità Mondiale della Longevità e della Repubblica di Bielorussia, con la collaborazione del Consolato Onorario in Sardegna della Repubblica di Bielorussia. "Il nostro impegno è combattere la tendenza a considerare la persona che ha raggiunto un traguardo anagrafico, quasi senza valore. Il linguaggio - avverte l'esperto - può sollevare barriere mentali, gli stereotipi alimentano il razzismo. Termini, o espressioni quali 'Tanto era vecchio', 'non dimostri gli anni che hai', 'devi fare qualcosa per tenerti giovane', 'hai un aspetto giovanile' - sono cliché che presuppongono una concezione a dir poco triste della vecchiaia".

Nel segno di questa collaborazione Sardegna Bielorussia, nel 2018 il prossimo step vedrà la presenza dei ricercatori della Comunità Mondiale della Longevità a Minsk per proporre i moduli della Scuola di Formazione dei Promotori della Longevità che verranno mutuati presso Università Bielorusse. "Essere al centro del proprio progetto di esistenza é essenziale per il mantenimento di benessere e qualità di vita in tutte le fasi della esistenza, nessuna esclusa", aggiunge Roberto Pili.

La formazione continua e l'attenzione ai bisogni espressi direttamente dalla persona rappresenta un elemento centrale di interventi volti a promuovere il benessere. "Il long life learning, l'arte di invecchiare, è infatti anche uno dei pilastri indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità - ricorda Pili - ma il contesto sociale deve fare la sua parte, per non creare ancora una volta differenze fra cittadini giovani, la serie A, e vecchi, di serie B".

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