Sciopero e presidio dei lavoratori marittimi, portuali e dei servizi tecnico nautici della Sardegna, nel giorno in cui Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato l'astensione dal lavoro per i casi di autoproduzione nelle operazioni affidate ai marittimi, nonostante non previste dal loro contratto, mettendo di conseguenza a rischio il posto degli altri operatori.
Sono circa 1.500 i dipendenti portuali nell'Isola: oggi i sindacati hanno organizzato due presidi a Olbia e a Cagliari senza però effettuare blocchi ai varchi merci dei traghetti. Nel capoluogo sardo il sit in si è svolto davanti alla sede dell'Autorità portuale. Finora non si registrano disagi per i passeggeri delle navi in transito negli scali sardi.
SINDACATI, ADESIONE ALLO SCIOPERO PRESSOCHE' TOTALE - "E' altissima l'adesione, fino al 100% in molti porti, allo sciopero nazionale dei lavoratori marittimi, portuali e dei servizi tecnico nautici". Lo riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, in merito alla protesta in corso per l'intera giornata "accompagnata da manifestazioni in molte città portuali e con varie delegazioni che si sono recate presso le prefetture locali per sollecitare il Governo ad avviare un confronto sulle questioni alla base dello sciopero".
"L'adesione altissima - spiegano - è una risposta iniziale molto decisa e convinta da parte dei lavoratori portuali e marittimi contro il non rispetto delle procedure che sottendono l'autoproduzione e l'ipotesi di manomettere la riforma portuale e di asservirla ad interessi di parte". "Una protesta - proseguono - che incassa la solidarietà di altri settori della filiera trasporti e del sindacato internazionale e che dimostra come il mondo del lavoro abbia una capacità di visione e di prospettiva più ampia di tutti quei soggetti, istituzionali e imprenditoriali, che traguardano i propri obiettivi, non all'interesse comune ma di pochi, non a progetti di medio lungo periodo, ma alla durata del proprio mandato".
"Ora si rafforzi - concludono - l'azione politica e negoziale, basata su strumenti legislativi e contrattuali che devono essere rispettati ed applicati, per evitare che il Paese arretri ulteriormente, perdendo altre occasioni di competitività che per noi valgono molto in termini di buona occupazione, sicurezza sul lavoro, reddito e stabilità".