Al via il reddito di inclusione
sociale (Reis). La Giunta ha approvato definitivamente le nuove
linee guida che consentono di procedere con l'applicazione della
legge. La prima novità saliente riguarda il fatto che il 2017
sarà considerato anno di transizione in cui le risorse verranno
trasferite direttamente ai Comuni che stileranno le graduatorie
degli aventi diritto.
Altro elemento nuovo, rispetto alle precedenti indicazioni, è
l'introduzione, nel target di destinatari, delle famiglie
formate da una sola persona, già incluse nel precedente
programma regionale di contrasto delle Povertà, e da conviventi
da sei mesi, di cui almeno un componente sia residente in
Sardegna da almeno due anni.
L'ammontare del sussidio, differente da quello nazionale
(Sia) che va da 80 a 400 euro, sale da un minimo di 200 a un
massimo di 500 euro. Le due misure non si escludono a vicenda
ma, al contrario, per richiedere l'accesso al Reis è
obbligatorio presentare domanda anche per il Sia.
L'integrazione fra le due misure viene realizzata attraverso
un ordine di priorità e partendo da una soglia Isee di 3.000
euro e fino a 6.000 euro. Il Reis sarà erogato per il 2017 in
danaro e non tramite una carta acquisti come nel Sia, previa
stipula da parte del beneficiario di un patto con il Comune dove
verrà definito il progetto di inclusione attiva che la persona
si impegna a realizzare.
"Con queste modifiche - dice l'assessore della Sanità e delle
Politiche Sociali, Luigi Arru - la Giunta accoglie i rilievi e
le osservazioni espresse dalla Sesta Commissione del Consiglio
Regionale, condivisi con l'Anci e con l'Alleanza regionale
contro le povertà. La nostra priorità - precisa, riferendosi
alle polemiche che hanno accompagnato la gestazione di questa
misura - è sempre stata quella di facilitare il percorso".
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