(ANSA) - CAGLIARI, 18 APR - Una rete regionale di impresa degli alberghi diffusi per dare più forza a questa tipologia di ospitalità: stanze d'hotel ricavate dalle case disabitate e dislocate in vari edifici di pregio del centro storico. L'iniziativa potrebbe diventare realtà a giugno nel corso di un convegno nazionale, in programma in provincia di Oristano, che vedrà la partecipazione di istituzioni e operatori del settore. L'idea è stata lanciata a Santu Lussurgiu, dall'assessore del Turismo Francesco Morandi, e condivisa dagli operatori del settore che, durante un workshop promosso dal Patto territoriale Oristano (Pto), Provincia e Comune hanno dato vita al Comitato per raccogliere le adesioni.
L'obiettivo è rilanciare questo modello turistico che traduce una vacanza in un'esperienza unica e indimenticabile. La Sardegna è regione leader in Italia, con le sue 13 strutture - otto solo nell'oristanese - preferite per il 71% da stranieri. "Ora occorre ampliare sempre di più la ragnatela di attività e realtà imprenditoriali anche quelle fino ad oggi scollegate e farle lavorare assieme - ha spiegato il liquidatore del Pto Remigio Sequi - una concreta azione coordinata dell'offerta turistica di eccellenza attorno a questa forma innovativa di accoglienza, con un piano di diffusione e di marketing".
Una vacanza a metà strada tra il comfort e le comodità dell'albergo e l'intimità e ospitalità di un ambiente quasi familiare. "La scelta dell'albergo diffuso permette di vivere antichi borghi e località turistiche nella loro dimensione più suggestiva e autentica", ha spiegato Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'Associazione alberghi diffusi. Sono questi aspetti ad aver reso attraente e vincente la formula.
"La Sardegna può diventare un modello nazionale e internazionale poiché è la prima regione che ha regolato l'albergo diffuso - ha sottolineato l'assessore Francesco Morandi - la Regione può custodirlo e sostenere il settore con Fondi regionali e europei". Per questo occorre formare gli operatori che - come ha dichiarato Dall'Ara - diventano "animatori di un borgo" e "narratori di luoghi".