"La politica di coesione è la
grande sfida della crescita, ancora di più per le isole che, in
base a regole chiare e condivise, devono essere poste nelle
condizioni di superare gli svantaggi strutturali dati dalla
condizione geografica". A Sofia, in Bulgaria, dove la
commissione Coter (Coesione territoriale) e Bilancio europeo del
Comitato delle Regioni è riunito per la definizione della
politica di coesione post-2020, il governatore della Sardegna,
Francesco Pigliaru, mette l'accento sulla questione insularità.
"La voce dei territori è fondamentale perché l'Europa possa
mettere in atto una strategia mirata a uno sviluppo diffuso che
favorisca le aree geograficamente meno avvantaggiate, come
appunto le isole - ha detto - è una questione di pari
opportunità e lo scenario normativo e programmatico post-2020
deve tenerne conto". Nel Paese che da gennaio ha assunto la
presidenza del semestre europeo, Pigliaru ha ribadito le linee
essenziali del gap: "I cittadini e le imprese delle isole sono
svantaggiati nella competizione con le altre, questo ha
storicamente inciso sullo sviluppo, in particolare nei settori
energia e trasporti, e tuttora mancano riconoscimenti
legislativi adeguati". Cosa aspettarsi dall'Europa? "Auspichiamo
che gli investimenti da attivare attraverso la politica di
coesione puntino ad accorciare queste distanze", ha chiarito il
presidente della Regione. Ma, ha sottolineato, "è doverosa anche
un'attenzione specifica sulla normativa, considerando come
fattore determinante il grado di perifericità delle isole. E ciò
a partire dalla disciplina sugli aiuti di stato, particolarmente
penalizzante per regioni come la Sardegna e non solo". In
conclusione, il governatore ha ricordato l'accordo stretto con
Corsica e Baleari. "È un punto su cui continueremo a lavorare
con impegno e determinazione, e lo faremo insieme", ha
assicurato.
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