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Confesercenti contro mini-lockdown,sparirà un settore

"Bar, palestre e teatri pagano mancati interventi su sanità"

Confesercenti contro la chiusura di bar, ristoranti e pub alle 18. Attacco anche ai provvedimenti di stop a cultura e palestra. Inevitabile la proposta: "Chiediamo con forza riapertura - questo il messaggio - con l'immediata definizione di un severo piano di controllo del territorio che permetta agli operatori onesti e in regola di poter lavorare in tranquillità". Capitolo somministrazione.
    "Non è accettabile che uno dei principali comparti produttivi - attacca Marco Medda, presidente provinciale di Cagliari - debba rischiare di sparire perché non vengono rispettate le regole di comportamento in altre situazioni. Nelle nostre città mancano i controlli ed è molto più facile chiudere tutto invece che trovare soluzioni. Sarebbe invece fondamentale trovare soluzioni per le situazioni che generano il contagio". Insorge anche il Nuorese. "In questa decisione - attacca Bastiano Rosu, presidente Fiepet Confesercenti Nuoro Ogliastra - non si è tenuto conto di chi ha sempre rispettato le regole. Uniformare tutti è stato come dire che ha fatto bene chi non lo ha fatto.
    Tutti vengono puniti per pochi irresponsabili che non sono stati adeguatamente puniti".
    La speranza - continua l'organizzazione - è ora che arrivino subito ristoro e cassa integrazione per i dipendenti. "Non ci credo finché non vedrò i soldi sul conto corrente e i nostri dipendenti abbiano tutti ciò che gli spetta - conclude Rosu - In tanti, durante il lockdown di marzo, hanno dovuto aspettare mesi. Così non si sopravvive. Anzi è morte certa per tante attività.". Ma il discorso si allarga anche a palestre e cultura. "Non ci pare - denuncia Nicola Murru, direttore della Confesercenti provinciale di Cagliari - che l'aumento esponenziale dei contagi nasca dalla frequentazione delle palestre che sono super controllate e igienizzate, così come i cinema, i teatri e i musei: il contingentamento degli ingressi con il rispetto delle distanze minime viene rispettato con grande attenzione. La verità è invece che non sono stati fatti gli interventi nella sanità pubblica tali da 'tranquillizzare' il sistema ospedaliero e permettere agli ospedali di tenere botta a una seconda ondata che era stata prevista con grande anticipo". (ANSA).
   

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