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Coronavirus, scuole e atenei chiusi fino al 15 marzo

Pronti 3,2 milioni per la Protezione civile

Scuole e università chiuse in tutta Italia fino al 15 marzo. E ancora: sospensione in tutto il paese, come già accaduto per le zone rosse, di manifestazioni ed eventi "di qualsiasi natura" e "in qualsiasi luogo"; partite e competizioni sportive, compresa la serie A, a porte chiuse; sport di base che non si ferma ma solo a condizione che vengano rispettate le raccomandazioni dell'Istituto superiore di Sanità. Il governo vara una nuova stretta per tentare di arginare la diffusione del coronavirus, con i malati che hanno ormai superato i 2.700 e l'intero paese, ad eccezione della Valle d'Aosta, chiamato a fronteggiare i nuovi casi. L'unica buona notizia arriva dal numero dei guariti: sono 276, l'8,49% del totale dei contagiati ma soprattutto 116 in più rispetto a martedì, con un incremento del 72,5%.

"La decisione di chiudere le scuole non è stata semplice - conferma la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina - è stata una scelta d'impatto, spero che gli alunni tornino al più presto a scuola". La titolare di viale Trastevere ha anche garantito che si farà di tutto per garantire i servizi scolastici a distanza e il governo è già al lavoro per mettere a punto una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Il motivo che ha spinto a sospendere l'attività didattica lo spiega invece il premier. "In questo momento - sottolinea Conte - siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario, per quanto efficiente e eccellente, rischia di andare in sovraccarico" in particolare "per la terapia intensiva e sub-intensiva".

IN AULA FONDI PER POTENZIAMENTO PROTEZIONE CIVILE - Naufragata la possibilità di portare il testo subito in Aula con procedura d''urgenza, il testo di legge della Giunta per potenziare la Protezione civile impegnata sull'emergenza coronavirus dovrà passare prima in commissione. Perplessità dell'opposizione e di una parte della maggioranza sulla presenza di alcune norme intruse, hanno convinto la conferenza dei capigruppo ad escludere l'ingresso immediato in Consiglio. L'esame,però, comincerà subito (riunite le commissioni Autonomia e Sanità) per consentire l'ingresso in Consiglio già nella seduta di giovedì 4. Il provvedimento prevede uno stanziamento di 3,2 milioni di euro che finanzierà un fondo destinato a coprire le spese urgenti della Protezione civile, ad esempio l'acquisto dei termoscanner da installare in tutti i porti dell'Isola, al momento solo alcuni ce l'hanno, ma anche a riorganizzare gli uffici per rendere più efficienti gli interventi. "E' un testo di modifica sostanziale dell'operatività della Protezione civile che va in linea con quanto adottato nelle altre regioni e che consentirà di lavorare in modo più celere", spiega il capogruppo del Psd'Az Franco Mula.

SECONDO CASO NELL'ISOLA, E' UN DOCENTE CAGLIARITANO - C'è un secondo caso di coronavirus in Sardegna. Si tratta di un docente di Agraria, che nei giorni scorsi ha partecipato ad un congresso a Udine. E' risultato positivo al test per il coronavirus, ma - precisa la Regione - anche in questo caso la conferma della diagnosi dovrà essere accertata a seguito dell'analisi del tampone da parte dell'Istituto superiore di sanità. L'uomo si trova attualmente in quarantena domiciliare assieme ai suoi familiari e le sue condizioni sono tali da non destare preoccupazione.

CONFERMATA POSITIVITA' PER PRIMO CASO - L'Istituto superiore di sanità ha confermato la positività al coronavirus del primo paziente sardo contagiato, ora ricoverato nel reperto infettivi dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Ne dà notizia la Regione Sardegna. L'uomo, un imprenditore di 42 anni, è stazionario, come ha riferito oggi l'assessore della Sanità Mario Nieddu. Altri due sardi risultano contagiati fuori regione, un uomo ricoverato a Milano e una donna a Roma. Il numero di sardi attualmente in stato di quarantena sono poco più di 100.

MISURE STRAORDINARIE PER IL TURISMO - Sostegno al reddito per tour operator e agenzie di viaggio, ampliamento del de minimis per le aziende e gli imprenditori e applicazione allargata del bando regionale "Destinazione Sardegna Lavoro", che prevede incentivi per estendere la durata dei contratti stagionali e l'allungamento della stagione turistica. Queste le misure straordinarie da mettere in campo nel settore del turismo per fronteggiare in Sardegna l'emergenza coronavirus: le disdette sulle prenotazioni viaggiano ormai intorno al 50%. Il piano è stato presentato ai rappresentanti delle aziende del settore turistico dall'assessora del Lavoro Alessandra Zedda. Che anche ha annunciato la presentazione di una norma in Consiglio regionale con specifici provvedimenti per la tutela del lavoro nelle imprese del comparto. "In un momento di grande incertezza abbiamo il dovere di difendere l'immagine della destinazione Sardegna, una risorsa turistica importantissima per il nostro bilancio - ha spiegato l'assessora - Abbattere il costo del lavoro, offrire forme di sostegno al reddito significa tutelare lavoratori e aziende". Tutto questo in linea con quanto già comunicato dal governatore Christian Solinas: pronto uno stanziamento di risorse che compensi gli svantaggi per le piccole e medie imprese del settore dell'accoglienza e dell'indotto.

FEDERALBERGHI, BENE REGIONE MA NON BASTA - Bene l'allungamento dei contratti di lavoro stagionali grazie all'applicazione allargata del bando "Destinazione Sardegna lavoro" 2020, ma non basta: servono altre misure per compensare la perdita di fatturato". Così il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca a proposito degli interventi anti-coronavirus per il settore turistico illustrati dall'assessora Alessandra Zedda. Come Federalberghi, spiega Manca, "abbiamo posto la necessità di un intervento importante per stabilizzare i livelli occupazionali tenendo conto della durata dell'intervento stesso che vada a coprire almeno sei mensilità". Ora, sottolinea, "siamo di fronte ad una situazione straordinaria, dove il combinato disposto del coronavirus e i ritardi sulla continuità territoriale aerea, rendono il momento più incerto, quindi avere a disposizione più fondi anche a livello di singola impresa darebbe qualche sicurezza in più".

"GOGNA SOCIAL" - Dopo il primo caso positivo al coronavirus in Sardegna, sui social - soprattutto nelle chat - sono apparsi messaggi con tanto di foto che rendono riconoscibile il paziente, mettendo in guardia chi avesse frequentato un determinato locale di Cagliari. Dalla Regione fanno sapere che il paziente, un imprenditore cagliaritano di 42 anni, non è più stato nel suo locale - peraltro chiuso per ferie - da quando è rientrato da una fiera di birre artigianali a Rimini, da quando cioè ha manifestato lo stato febbrile. "Capisco la paura e il timore di prendere il Coronavirus ma bisogna restare calmi e non esagerare perché peggio del virus ci sono la crisi economica e la gogna mediatica - commenta Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d'Italia - Esce il nome di un potenziale contagiato e parte la campagna su internet con tanto di foto, commenti, ricostruzioni, albero genealogico, vero o presunto, senza alcun rispetto della privacy o per il fatto che quella persona sia viva e vegeta - continua il parlamentare - quella che è mancata, inizialmente, è l'informazione e oggi ne stiamo pagando il prezzo. La Sardegna e l'Italia non sono un lazzaretto, non sono in quarantena e la nostra vita deve proseguire con tutti gli accorgimenti del caso".

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