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Dichiarazioni false per R. cittadinanza

Trenta casi scoperti in Sardegna dalla Guardia di Finanza

Percepivano il reddito di cittadinanza, ma in realtà non ne avevano alcun diritto. Trenta i casi scoperti in Sardegna dalla Guardia di Finanza. Una analisi attenta basata sul confronto tra le autodichiarazioni prodotte dai richiedenti e gli stati di famiglia. In 14 casi - i più gravi - è scattata la denuncia e l'avvio della procedura per la restituzione all'Inps di quanto indebitamente percepito. In altre situazioni è scattata la revoca o la sospensione. Tra i "trucchetti", secondo le Fiamme gialle, le autocertificazioni falsificate. C'è chi omette di indicare compensi in realtà percepiti per rientrare nei parametri previsti dalla legge.

Altri modificano il proprio stato di famiglia. Qualcuno, per esempio, non ha scritto che nel proprio nucleo familiare figuravano anche i due anziani genitori con pensioni di anzianità per oltre 70.000 euro annui complessivi. C'è poi chi ha modificato la composizione dei propri nuclei familiari non menzionando la figlia ed il nipote, entrambi percettori di reddito. Addirittura familiari "prestati" ad un altro richiedente, il quale inserendoli nella propria dichiarazione, ha ottenuto un maggiore coefficiente di calcolo del beneficio.

Altri due hanno beneficiato del reddito di cittadinanza seppur in assenza di uno dei requisiti previsti: la residenza, negli ultimi due anni precedenti la richiesta del sussidio, nel territorio italiano. E ancora, uno dei casi di specie più classici: lavoratore "in nero" con il reddito di cittadinanza, per un ammontare complessivo, fino alla data del controllo, di 2.354 euro. Ma anche un lavoratore "regolare", impiegato con formale contratto, è risultato percettore - senza averne diritto - di un reddito di cittadinanza, complessivamente ammontante a 3.961 euro. Un altro, nonostante fosse intestatario di un'immobile, aveva già preso 3.669,66 euro.

Nel mirino delle Fiamme Gialle anche le indennità di disoccupazione. In 8 casi si è trattato di lavoratori in nero che percepivano, da un lato, l'indennità di disoccupazione e, dall'altro, il compenso per il lavoro prestato seppur senza un regolare contratto. Nel 2019 sono stati accertati 392 casi di soggetti impiegati in nero o in modo irregolare.
   

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