'Si è mangiato anche il piatto'
non è più solo un detto ma una realtà. Il canestro di pane
carasau si mangia per intero. E il contenitore si può
spezzettare alle estremità per accompagnare la pietanza o
gustarlo alla fine imbevuto dei sapori. Arriva da Sarule
un'innovazione presentata a Cagliari al Festival Scirarindi,
all'avanguardia per la sua attenzione alla sostenibilità
ambientale ed etica. Introdotto dall'antropologa del food
Alessandra Guigoni, l'Executive Chef Marcello Putzu ha creato
una ricca vellutata di zucca, verdure, erbette e formaggio
erborinato adagiata sul canestro di carasau, servita in
abbinamento a un Nuragus di Agricola Soi. Un contenitore a prova
di zuppa fumante, non si sfalda e si impregna di gusti e sapori.
A lanciare il nuovo prodotto è Meglio Sardo, start-up nata un
anno fa per ideare un altro uso per questo prodotto della
tradizione, conosciuto in tutto il mondo: il pane carasau.
Uno sguardo rivolto al gusto e uno alla sostenibilità
ambientale.
"Si parte dal cosiddetto 'Pane lentu' - ha spiegato
Francesco Carobbi, amministratore di Meglio Sardo - lavorato con
metodi artigianali, viene biscottato all'interno di appositi
stampi metallici e prende la forma di un contenitore. Quindi
subisce una doppia cottura, esattamente come il pane carasau.
L'idea è stata quella di dare tridimensionalità, a ciò che prima
d'ora, si era sempre presentato come un foglio croccante".
Contenitore ideale di companatici, dolci e salati, asciutti e
in brodo, caldi o freddi, grazie al suo sapore neutro e alla
capacità di non sfaldarsi e resistere perfettamente al
calore.
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