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La Sardegna rende omaggio a Taramelli

La Sardegna rende omaggio a Taramelli

Convegno ad Abbasanta, presentazione nuovi progetti e ricerche

CAGLIARI, 14 maggio 2019, 15:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A lui si devono gli importanti scavi dei nuraghi di Palmavera ad Alghero e di Lughereddas a Paulilatino. E non era uno che delegava compiti ad altri, stava proprio sul campo: a Paulilatino trascorse molto tempo in una pinneta per difendere il nuraghe dai tombaroli. Ha avuto un ruolo importante anche negli scavi di Nuraghe Losa, nel riordino del museo archeologico di Cagliari e nell'istituzione del museo di antichità e arte di Sassari. Un grande amore per l'isola, nonostante le origini friulane. E ora la Sardegna - nel 2018 ricorrevano i 150 dalla nascita - restituisce il favore con un convegno intitolato" Antonio Taramelli e l'archeologia della Sardegna": due giornate di studi ad Abbasanta in programma il 17 e 18 maggio. "Il convegno - ha spiegato la soprintendente di Cagliari Maura Picciau - nasce dal lavoro delle due sovrintendenze.

Taramelli è una figura nodale dell'archeologia sarda della prima metà del Novecento. Così dice Giovanni Lilliu". "Ma è proprio vero. Era innamorato della Sardegna: ha fatto conoscere il suo patrimonio fuori dall'isola a livello accademico, ma anche al grande pubblico", ha aggiunto. La sua attività si svolse a partire dal 1902 prima con incarichi e la direzione del museo degli scavi di antichità di Cagliari e poi nel 1909 come soprintendente degli scavi e musei archeologici della Sardegna. Nel corso di lunghi anni di servizio fino al 1933 si occupò di scavi, indagini topografiche, ricognizione sul territorio nei più importanti siti archeologici dell'isola.

Al convegno parteciperanno studiosi di soprintendenza, università e istituti di ricerca italiani che proporranno studi legati alla sua attività. Saranno presentati anche nuovi progetti e ricerche. In tutto 24 relazioni e nove poster che raccontano aspetti poco noti dello studioso, ma anche dati inediti delle sue ricerche. "Il suo studio di formazione era molto rotondo - ricorda Picciau - è stato anche alla Scuola di Atene e anche a Creta. Aveva una visione del mediterraneo molto ampia". In chiusura di convegni ci sarà anche una camminata al nuraghe Losa.
   

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