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Sardegna
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Davide Ferrari, poeta grazie a tata Ersilia

Ospite a Seneghe della rassegna Cabudanne de sos poetas

di Maria Grazia Marilotti

"Il dialetto in poesia ha una grande valenza, la rende più viva, espressiva, fresca, autentica". Lo afferma, in un colloquio con l'ANSA, il poeta di Pavia Davide Ferrari, tra i protagonisti a Seneghe, in provincia di Oristano, del 14/o 'Cabudanne de sos poetas', organizzato da Pedra Sonadora. "Si dice che i dialetti siano morti, niente di più lontano dalla verità - spiega Ferrari - le lingue dialettali sono una fonte inesauribile di nuovi vocaboli, sono molto più vitali dell'italiano". Il festival internazionale per quattro giorni fa risuonare le voci di poeti, scienziati e artisti sardi, italiani, europei tra piazze, vicoli, antichi frantoi, sagrati di chiese e case del paese rurale alle pendici del Montiferru. Un ricco cartellone allestito dal direttore artistico Luca Manunza e un filo rosso: il dialogo tra poesia e scienza. Tra gli ospiti Donatella Bisutti, Serge Pey,Marcu Biancarelli, Paola Zannoner,Matteo Razzini, Guido Cupani, Lula Pena, Franc Ducros, Rossella Panarese, Marco Motta, Gian Mario Villalta, Duilio Caocci, Jago, al secolo Jacopo Cardillo e tanti altri. Classe 1983,Davide Ferrari ha presentato la sua ultima raccolta di componimenti "Dei pensieri la condensa", 40 poesie scritte in lingua pavese con testo a fronte in italiano. "Il pavese, la mia lingua madre che mi ha insegnato già nei primi anni di vita la mia tata Ersilia, mi è servito per ripescare da dentro di me, attraverso il suono delle parole, memorie anche antiche, ricordi che credevo smarriti, scomparsi, cancellati", rivela. E a Ersilia, "maestra senza scola" ha voluto dedicare questo libro che si avvale della preziosa prefazione di Franco Loi, tra le più grandi voci poetiche del panorama italiano e per tanti anni importante presenza del festival. "Cabudanne de sos poetas è tra i più interessanti festival di poesia - afferma Ferrari - c'è un pubblico educato all'ascolto, le persone comprano i libri, dialogano con gli artisti, nascono progetti, si creano nuove e preziose sinergie. L' attenzione durante le presentazioni è palpabile. Mario Cubeddu e l'associazione Pedra Sonadora sono riusciti negli anni a avvicinare i seneghesi alla poesia, creare una vivace interazione con la comunità". Nella sua silloge "scritta in sette giorni e sette notti di scrittura continua" Ferrari attraverso i suoi versi, con una poesia narrativa, volge lo sguardo sulla sua città e i suoi dintorni per dar vita e voce ad una serie di personaggi: il detenuto, il sacrestano, il bevitore, il santo, il poeta, il contadino. Un piccolo affresco di umanità reso intenso e autentico grazie alla forza del linguaggio. "Ferrari dimostra di conoscere profondamente la lingua - scrive Franco Loi - Dante nel De Vulgari eloquentia afferma che la lingua volgare è quella che senza bisogno di alcuna regola, si apprende imitando la nutrice. Ed è singolare come la lingua popolare di Davide, imparata e parlata prima ancora dell'italiano grazie agli insegnamenti di Ersilia - la "maestra senza scola" cui è dedicata la raccolta - sia la sua lingua materna a tutti gli effetti. Lingua delle origini, cioè dello spirito".

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