Il peggior nemico dell'agricoltura
sarda? La burocrazia. All'affollata assemblea regionale della
Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) a Tramatza lo
hanno rimarcato un po' tutti, dal presidente regionale Francesco
Erbì a quello nazionale Dino Scanavino e in qualche modo anche
lo stesso assessore regionale dell'Agricoltura Pierluigi Caria,
che riferendosi alla macchina amministrativa della Regione e del
suo assessorato in particolare ha dovuto ammettere che "abbiamo
una 500 per correre una gara di Formula 1".
"Ogni agricoltore sta 103 giorni davanti agli sportelli della
Pubblica amministrazione", ha spiegato Erbì sostenendo che vi è
la necessità di riscrivere per intero la politica agricola della
Sardegna e di mettere in campo una "riforma totale della
Pubblica amministrazione".
Nel mirino degli agricoltori anche l'Unione europea. Secondo
Scanavino infatti "I ritardi della Pac denunciati della Sardegna
sono in linea con quel che accade nel resto dell'Italia. E
questo certifica l'inadeguatezza degli strumenti comunitari".
Chiamato in causa anche il nuovo Governo nazionale: "Deve
tagliare i pesi morti dell'agricoltura italiana e convertirli in
risorse".
I diretti interessati, agricoltori e allevatori, però non
sono esenti da colpe perché i ritardi nei pagamenti dei premi
comunitari, come ha rivelato l'assessore Caria, sono dovuto nel
15% dei casi all'indicazione di un Iban sbagliato e spesso anche
alla presentazione di documenti scaduti.
Un'occasione importante di confronto tra agricoltori e
pubblica amministrazione regionale sarà l'appuntamento con gli
Stati generali dell'agricoltura che l'assessore Caria ha
annunciato per il 20, 21 e 22 settembre a Cagliari.
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