Si produce sale da quasi un
secolo. E ora, in riva alle saline di Macchiareddu e allo stagno
di Santa Gilla e a pochi passi dal mare, è diventato uno dei
tesori del Fondo ambientale italiano con il suo miscuglio di
natura e archeologia industriale.
Intorno una zona Ramsar, superprotetta con fenicotteri e
altre venti specie di avifauna che hanno trovato lì il loro
paradiso. Ma quello è soprattutto il regno del sale. Che ora
potrebbe servire anche per arredare una vecchia falegnameria
delle Saline Contivecchi. L'idea è di una studentessa
dell'Istituto europeo di design di Cagliari: nella sua tesi ha
mostrato come il sale, disteso in pannelli di vetro incorniciati
da legno, può rendere unici gli ambienti di una sala.
Progetti e disegni di Carla Mascia, 22enne di Maracalagonis,
sono stati illustrati in uno dei capannoni dello stabilimento
che, con tutti gli arredi antichi e restaurati, sembra rimasto
fermo a un secolo fa. I colori sono il rosso del sale di Cipro e
il rosa del sale dell'Himalaya. Naturalmente ci sono anche le
tipologie prodotte a Cagliari, a cominciare dall'eccellenza del
fior di sale, la prima patina che affiora dalle vasche, la più
pregiata.
Le slide dicono che il sale può essere anche design: quando
un giorno si procederà alla ristrutturazione del magazzino il
lavoro della studentessa può essere un punto di partenza. Sale
cristallizzato che arreda anche nella tesi di un'altra allieva
dello Ied Silvia Atzeni.
La studentessa si è occupata della resurrezione, almeno su
file, del vecchio villaggio ora abbandonato che una volta
ospitava gli alloggi dei lavoratori e dei dirigenti: lo ha
trasformato in una sorta di campus culturale-turistico con
biblioteca, ostello e spa.
Una storia da raccontare, quella delle Saline Contivecchi:
un'industria nata dall'ostinazione di un imprenditore che,
arrivato da lontano, si era innamorato della magia del posto. E
delle potenzialità dell'impresa. Una storia che viene infatti
raccontata: sono state oltre ventimila le visite alle Saline da
quando lo stabilimento è stato aperto al pubblico con il marchio
Fai.
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