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Oristano,sequestrate 7 case a luci rosse

Oristano,sequestrate 7 case a luci rosse

Sei indagati tra cui ex agente di custodia 82enne

ORISTANO, 11 giugno 2018, 16:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sette appartamenti a luci rosse distribuiti in due quartieri di Oristano, 14 ragazze, soprattutto sudamericane, romene e cinesi al lavoro giorno e notte, due maitresse che gestivano gli affari, facevano ruotare ogni 15 giorni le prostitute e pagavano gli affitti. Il giro è stato scoperto dai carabinieri del Comando provinciale di Oristano che hanno sequestrato in via Vinea Regum e via Lanusei i sette appartamenti, del valore complessivo di circa 700mila euro.

Il provvedimento è stato firmato dalla Gip di Oristano, Silvia Palma, e richiesto dal pm Armando Mammone. Sei gli indagati: il proprietario degli immobili, un 82enne ex agente di custodia e i suoi due figli; due prostitute sudamericane, che hanno rivestito il ruolo di "maitresse", poiché stipulavano i contratti d'affitto col proprietario degli immobili; un oristanese che si occupava di risolvere tutte le problematiche di carattere organizzativo e logistico delle prostitute, andando a prenderle anche alla stazione ferroviaria per accompagnarle sul luogo di lavoro.

INDAGINI PARTITE DA ESPOSTO ANONIMO - Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo che hanno portato al sequestro preventivo di sette case a luci rosse a Oristano, sono partite ad aprile dello scorso anno a seguito di un esposto anonimo in cui veniva segnalato uno strano via via di persone negli appartamenti di via Regum. I militari hanno avviato subito gli accertamenti.

Sono stati predisposti pedinamenti e appostamenti in zona che hanno permesso di accertare l'effettivo uso degli alloggi da parte delle ragazze straniere. Sono state individuate le prostitute, i clienti e le persone informate su quanto accadeva negli appartamenti. Nella seconda fase sono scattate le intercettazioni, i controlli nelle banche dati e le verifiche sui siti internet dedicati agli annunci a luci rosse.

Un'attività che ha impegnato i carabinieri per diversi mesi. Al termine dei quali sono state accertate le responsabilità delle due maitresse, ma soprattutto del proprietario degli immobili. "Nel corso dell'attività investigativa è stato appurato che gli appartamenti venivano dati in affitto dai proprietari e gestiti come una sorta di 'albergo della prostituzione' - hanno spiegato i carabinieri - mediante la sottoscrizione di contratti, per un periodo non superiore a 30 giorni".

Alcuni appartamenti venivano affittati a 600-700 euro al mese inoltre il proprietario chiedeva in nero 50 euro per ogni ragazza al lavoro. Tutti gli indagati sapevano cosa avveniva nelle case e guadagnavano sulle prestazioni delle 'lucciole': a tutti è stata contestata l'accusa di sfruttamento della prostituzione.

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