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Bidella accusata di pedofilia si uccide

Bidella accusata di pedofilia si uccide

Donna di 64 anni anni lascia un biglietto, "sono innocente"

CAGLIARI, 10 maggio 2018, 09:19

Redazione ANSA

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Sestu, funerali dell 'ex bidella suicida dopo accuse pedofilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sestu, funerali dell 'ex bidella suicida dopo accuse pedofilia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sestu, funerali dell 'ex bidella suicida dopo accuse pedofilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è chiusa nel bagno della sua abitazione, dopo aver scritto poche righe di getto in un foglio di carta. Poi ha lasciato scivolare via la sua vita, dopo aver lanciato un ultimo, disperato urlo contro un'accusa che riteneva assurda: "La gente giudica, ma io sono innocente". E' morta così, togliendosi la vita a Sestu, una cittadina alle porte di Cagliari, A.U., un'ex bidella di 64 anni, indagata da due anni dalla Procura del capoluogo per un presunto caso di abuso su una scolaretta. Poche ore prima di farla finita, la donna aveva ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte del procuratore aggiunto Gilberto Ganassi, titolare del fascicolo aperto dopo la denuncia presentata dai genitori di una bimba di quattro anni. Determinante, per la scelta degli inquirenti di proseguire l'azione penale, sarebbe stato l'incidente probatorio dello scorso anno: l'audizione protetta della piccola con una consulente nominata dal Gip nella stanzetta zeppa di pupazzetti e fogli da disegno. E' qui, in questa sede allestita dal Tribunale dei Minori, che la presunta vittima - ancora piccolissima - avrebbe confermato l'accusa di essere stata portata nel bagno dell'asilo e molestata dall'ex bidella. Il resto degli accertamenti, compreso le intercettazioni disposte dopo l'apertura dell'indagine, non avevano fatto emergere nulla. La morte dell'ex collaboratrice scolastica, con 40 anni di specchiata carriera in mezzo ai bambini, ha scosso la cittadina di oltre ventimila abitanti alle porte di Cagliari. In tanti, nel pomeriggio, hanno partecipato ai funerali di "Signora A.", com'era chiamata da intere generazioni di scolari che hanno frequentato le scuole dell'infanzia dove lei aveva lavorato. Tanti genitori, ma anche il sindaco, ex amministratori e persone che la conoscevano, hanno voluto stringersi attorno alla famiglia, straziata dal dolore. "Non credo assolutamente a quel genere di accuse - racconta in lacrime una donna che ha lavorato con l'ex bidella per una decina d'anni - la scuola e i bambini erano la sua vita. Certo, aveva un carattere forse un pò scorbutico, ma nei confronti dei suoi piccoli era rigorosissima. E' assurdo, non immagino nemmeno il dolore che deve aver provato". L'indagine era nata dalla denuncia presentata dalla famiglia della piccola. Per mesi, le investigatrici della sezione di Polizia giudiziaria della Procura hanno lavorato in gran segreto, interrogando colleghi, genitori di altri scolari e ascoltando ore e ore di intercettazioni captate dalle microspie. Nessun elemento sarebbe emerso e nessuno ha mai avuto nulla da segnalare nel comportamento della bidella, andata in pensione due anni fa. Impossibile però archiviare l'indagine: la bimba - anche a distanza di oltre un anno, tanto è trascorso dai primi sospetti della famiglia all'incidente probatorio - sarebbe apparsa credibile nel suo racconto agli occhi del consulente del giudice. Ma quell'accusa così infamante deve essere sembrata una montagna impossibile da scalare per l'ex bidella, soprattutto dopo quarant'anni di carriera senza mai un appunto. Così, tra domenica e lunedì, lanciando quell'ultimo, disperato, grido di innocenza vergato a mano sulla carta, la donna ha deciso di farla finita lasciando un'intera città e generazioni di bambini che l'anno conosciuta, oggi adulti, con un immenso senso di sconforto. Un sentimento congelato nei volti delle tante persone che, nel pomeriggio, hanno affollato la chiesa per darle l'estremo saluto.

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