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Mafie: in migliaia in piazza ad Alghero

Mafie: in migliaia in piazza ad Alghero

Sardegna si unisce al coro "No alle mafie, sì alla legalità"

ALGHERO, 21 marzo 2018, 20:40

Redazione ANSA

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Mafie: in migliaia ad Alghero per iniziativa di Libera - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafie: in migliaia ad Alghero per iniziativa di Libera - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mafie: in migliaia ad Alghero per iniziativa di Libera - RIPRODUZIONE RISERVATA

di Gian Mario Sias

"Non provateci, questo territorio è nostro, questo Paese è nostro, siete nel momento sbagliato al posto sbagliato, e tutti i ragazzi d'Italia sono testimoni di questo grande no alle mafie". Gianpiero Farru, presidente di Libera Sardegna, lancia il grido di battaglia della Sardegna. Un messaggio forte e chiaro, che parte da Alghero e si unisce al coro delle altre venti piazze che ospitano le manifestazioni regionali promosse da Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti, in occasione della 23/a "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie".

Il clou è a Foggia, sede dell'evento nazionale, dove interviene anche don Ciotti. La Sardegna, per un'occasione speciale in cui l'evento diventa festa nazionale, sceglie la Riviera del corallo. "Questa città a vocazione turistica è simbolo della Sardegna nel mondo e da questa città pulita vogliamo lanciare il messaggio che ha il volto bello e pulito di questa piazza, di tutti questi giovani", grida Farru dal palco di piazza Sulis di fronte a migliaia di persone, per lo più studenti, arrivati da ogni parte dell'isola.

Libera, le istituzioni e il "pianeta scuola" hanno lavorato sodo in queste settimane per preparare i ragazzi, per coinvolgerli in un evento "che serve per non dimenticare e che simbolicamente viene celebrato il 21 marzo, una data di speranza e di cambiamento, come la primavera", come dice Claudia Loi, la sorella della poliziotta Emanuela Loi, uccisa dalla mafia il 19 luglio 1992 a Palermo, nella strage di via D'Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino.

"La comunità sarda ricorda le sue vittime, persone che hanno lottato per la legalità, Manuela è la figura più rappresentativa, ma occorre tenere vivo il ricordo anche delle altre vittime, per coltivare la speranza della legalità, per una società più libera", dice Enrico Contini, marito di Claudia Loi. Mentre la piazza inizia a riempirsi, e nonostante la pioggia non rinuncia a partecipare all'appuntamento, i ragazzini della scuola elementare di Sant'Agostino cantano "I cento passi", brano dei Modena City Ramblers dedicato a Peppino Impastato, altra vittima della mafia.

"Oggi è il giorno del ricordo ma è un giorno di festa che affidiamo a voi giovani", dice Pino Tilocca, figlio di Bonifacio Tilocca, ucciso l'1 marzo 2004 da un attentato dinamitardo che probabilmente era diretto proprio a lui che all'epoca era sindaco di Burgos. Sono loro i testimonial di una manifestazione che ha portato ad Alghero migliaia di persone. Una mattinata di lotta, di parole e di impegni, guastata solo dal maltempo. Le istituzioni ci sono. Tra gli ombrelli si intravedono diversi sindaci del territorio e amministratori cittadini. "È una giornata dedicata non solo alla memoria, ma all'idea che si tratti di una memoria viva, resa attuale dal ruolo delle organizzazioni che rispondono con impegno per la cultura, della libertà di pensiero a quella contrapposta, che è quella delle mafie", dice il sindaco di Alghero, Mario Bruno.

C'è anche lo Stato, rappresentato dal viceprefetto Salvatore Serra, che ricorda l'impegno dei tanti uomini di Stato che ogni giorno difendono la legalità e di quelli, come Emanuela Loi, che si sono sacrificati per un Paese più libero. E c'è la chiesa. "Momenti come questo, che contribuiscono ad accrescere la consapevolezza tra la gente, hanno grande importanza educativa, perciò è positivo che il messaggio sia rivolto anzitutto ai giovani", dice monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero e Bosa. "Si parla delle mafie sanguinare, ma bisogna tenere alta la guardia anche nei confronti delle mafie più quotidiane, meno visibili - aggiunge il vescovo - che provocano ingiustizie da cui poi si rigenera la mafia, quella più violenta e manifesta". Ma soprattutto ci sono i ragazzi, tantissimi, di ogni età. Arrivano da Alghero, ovviamente, e da Sassari, Ozieri e tutto il territorio, ma anche da Cagliari e da Oristano, sventolano le bandiere di "Libera", leggono insieme alle altre piazze d'Italia il lunghissimo elenco delle vittime della mafia, mostrano orgogliosi i cartelli preparati con i loro insegnanti. Si sentono parte attiva di un processo. Sentono, come dicono in coro i ragazzi della prima media di via XX settembre citando Paolo Borsellino, che "se la gioventù negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia sparirà come un incubo".

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