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Compagna di Zanda, indagate su accaduto

Compagna di Zanda, indagate su accaduto

Organizzatori sotto accusa, "dovevano fermarlo a check point"

CAGLIARI, 16 febbraio 2018, 20:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Forza 'Massiccione' siamo tutti con te". L'incoraggiamento a Roberto Zanda, l'ironman cagliaritano ricoverato nell'ospedale di Whitehorse, in Canada, a seguito del congelamento di mani e piedi mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria sulla neve dove il termometro scende anche a -50 gradi, arriva da quattro giocatori del Cagliari: Andrea Cossu, Luca Ceppitelli, Nicolò Barella e Marco Sau.

Un saluto che arriva dall'aeroporto di Cagliari-Elmas mentre i quattro stavano partendo per la trasferta a Verona, dove incontreranno il Chievo. Il video è stato pubblicato sul profilo Facebook della Sogaer, la società che gestisce lo scalo cagliaritano. Intanto in Canada Roberto Zanda e la compagna Giovanna Caria attendono all'ospedale di Whitehorse notizie sul prossimo trasferimento in Valle d'Aosta.

Massiccione, infatti, presto sarà curato dal dottor Guido Giardini nell'ambulatorio di medicina di montagna dell'ospedale Parini ad Aosta. Si tratta dello stesso centro medico che si è occupato del caso dell'alpinista francese Elisabeth Revolt dopo l'incidente di Naga Parbat. Roberto ha inviato a sua volta un videomessaggio ai giocatori del Cagliari per ringraziali.

LA MOGLIE, INDAGATE SULL'ACCADUTO. "Indagate su questa competizione, su ciò che è accaduto a Roberto. Non è pensabile che una competizione sportiva, per quanto estrema, finisca con l'amputazione di mani e piedi dell'atleta, perché se è successo a Roberto può succedere a chiunque". È l'appello di Giovanna Caria, la compagna di Roberto 'Massiccione' Zanda, l'ironman cagliaritano ricoverato nell'ospedale di Whitehorse, in Canada, a seguito del congelamento di mani e piedi avvenuto mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria sulla neve dove il termometro scende anche a -50 gradi.

"Pare che al check point Roberto non sia stato visitato - denuncia Giovanna - abbiamo saputo che aveva sintomi di congelamento, lo avrebbero fatto riscaldare e poi ripartire senza approfondire il suo quadro clinico: dopo oltre 10 miglia non è riuscito più ad andare avanti e adesso rischia l'amputazione". La donna si interroga. "Se è vero che Roberto stava male, dovevano impedirgli di proseguire, perché non lo hanno fatto? - sottolinea raggiunta telefonicamente dall'ANSA mentre si trova in Canada - Dall'organizzazione dicono che non riusciva a trovare il tracciato perché aveva le allucinazioni dovute all'ipotermia, allora è sicuro che bisognava fermarlo".

Giovanna ha contattato il Consolato italiano chiedendo l'intervento del ministero. "Non è possibile - aggiunge - che gli organizzatori stiano guardando l'aspetto commerciale della gara e non quello umano". Ieri Roberto era stato intervistato dalla Cbc e anche lui aveva puntato il dito contro gli organizzatori. "È una bellissima gara, una gara estrema - aveva detto - al quinto check-point eravamo tre in corsa, il 95% degli atleti era già fuori. Sarebbe bastato che l'organizzazione avesse avuto un poco più di cura nel controllare la pista e queste cose non sarebbero successe". Anche Giovanna era stata intervistata: "Ma le mie dichiarazioni contro l'organizzazione - sottolinea - sono state tagliate".

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