(di Fabrizio Fois)
Ha chiesto la fiducia dei sardi solleticandoli sulla questione morale, sollevata da un sardo doc come Enrico Berlinguer nel 1981. Ha attaccato gli avversari "impresentabili" nelle liste per le politiche del 4 marzo e li ha sfidati per il "Day after" perche' "dovranno parlare con il M5S per formare il governo". Ma ha anche avanzato proposte per l'Europa, il made in Italy e la spending review. Insomma ha parlato da vero candidato premier Luigi Di Maio, impegnato in una due giorni in Sardegna per convincere gli elettori a votare il Movimento Cinquestelle.
Incassando bagni di folla a Sassari e Olbia, dopo le tappe di ieri a Cagliari, Carbonia e Nuoro, Di Maio ha puntato tutto sull'onesta' del M5S annunciando anche che le donazioni per la campagna elettorale sono arrivate a quota 500 mila euro. Ma ha anche sparato a zero su Berlusconi ("parla e poi tira pacchi agli italiani: e' come Wanna Marchi"), ha replicato al Pd, ribadendo di rinunciare all'immunita' parlamentare per le sue dichiarazioni, e ha attaccato le politiche del governo di centrosinistra, per lui colpevole di avere fatto una "riforma indecente" con la buona scuola. Un provvedimento che si impegna a eliminare se avra' la fiducia degli italiani. Cosi' come fara' anche "un serio piano di spending review: su un bilancio di 800 miliardi di euro possiamo risparmiare 30 miliardi", promette ricordando che "nel 2013 abbiamo scoperto che i parlamentari si facevano pagare anche le punture d'insetti e i danni per la guida in stato di ebbrezza".
Il capo politico dei pentastellati ha anche rilanciato la pensione di cittadinanza con il minimo a 780 euro: "con 17 miliardi finanziamo la pensione e il reddito di cittadinanza per togliere dalla miseria gli italiani, perche' senza miseria non ci puo' essere il voto di scambio". E ha parlato dello Stato come "buon padre di famiglia" che prende "i giovani e i meno giovani per reinserirli nel mondo del lavoro". D'altra parte, secondo Di Maio, "i precedenti governi italiani hanno messo a rischio il made in Italy nel mondo in tutti i settori". E se gli altri Stati europei come la Francia, la Germania, la Spagna "giocano la loro partita nel mercato globale vincendola, tutelando gli interessi economici delle loro aziende", Per l'Italia e' ora di "chiedere di sforare i parametri europei". Non uno scontro con Bruxelles, ma "e' il momento di farsi ascoltare"
