Dopo gli abbattimenti dei maiali
al pascolo brado illegale, senza controlli sanitari, mai
registrati e quindi di proprietà ignota, portati avanti in
quest'ultimo mese dall'Unità di Progetto per l'eradicazione
della Peste suina africana in Sardegna, gli allevatori sono
preoccupati per un'eventuale estinzione del maiale rustico di
razza sarda. Dalla Regione, però, arrivano rassicurazioni: "La
specie autoctona di suino sardo non è a rischio estinzione".
Nel registro anagrafico del suino di razza Sarda risultano
iscritti circa 300 capi presenti in poco meno di 50 allevamenti
sparsi in tutta la regione. Questa sottospecie di suini è
comunemente associabile, ma non esclusivamente, a quei maiali
dal manto scuro e dal pelo lungo. Le carni vengono utilizzate,
nella maggior parte dei casi, per la produzione di salumi.
Il maggior esperto della Sardegna e l'unico titolato a
riconoscere e certificare l'appartenenza dei maiali alla razza
di suino sarda è il dipendente dell'Agenzia Agris, Sebastiano
Porcu. Lo studioso regionale, attualmente in distacco
all'Agenzia Forestas, conosce tutti gli allevamenti dell'Isola
che da decenni segue e frequenta con costanza. "La lotta attiva
per l'eradicazione della Peste suina africana è un passo
indispensabile e necessario per lo sviluppo economico di tutto
il settore suino della Sardegna, così come l'uscita dalla
clandestinità degli allevamenti è indispensabile per
l'iscrizione degli animali al Registro Anagrafico dei suini
autoctoni italiani gestito dall'Associazione Nazionale
Allevatori Suini (ANAS) - spiega Porcu - Il modo migliore per
tutelare questa specificità zootecnica è registrare gli animali
e quindi emergere dall'irregolarità. Non possiamo, purtroppo,
pensare di salvaguardare questi maiali se ufficialmente non
esistono. Per garantire la paternità ai suinetti - osserva
ancora l'esperto di Agris - non si può praticare l'allevamento
promiscuo con presenza di più verri nel branco".
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