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Crolla traffico merci al Porto canale

Crolla traffico merci al Porto canale

Sindacati all'attacco. Investimenti e zona franca per rilancio

CAGLIARI, 01 dicembre 2017, 12:44

Stefano Ambu

ANSACheck

I dati ufficiali sono quelli pubblicati qualche giorno fa da Eurokai, il grande gruppo tedesco che comprende anche Contship Italia e quindi il Cict di Cagliari: il traffico merci al porto canale di Macchiareddu è crollato del 28 per cento. È l'impietoso confronto tra i primi nove mesi del 2016 e lo stesso periodo di quest'anno. I teu, unità di misura dei container, sono passati da 486mila a 350mila. In Italia, nei porti Contship, quello che è stato perso nel sud Sardegna è stato compensato dai successi di Salerno (12,4%) e soprattutto La Spezia (18%). Questo non significa che le merci "sarde" siano state dirottate in Campania o in Liguria: fa riflettere magari il più 22,7 di Tangeri, segno di una ripresa delle rotte verso il nord Africa penalizzato negli anni scorsi dalla crisi internazionale. Risultato: lavoratori preoccupati. E mondo politico e sindacale che lancia allarmi e propone vie di uscita.

"Al Ministero sono stati molto chiari - spiega all'ANSA Massimiliana Tocco, Cgil - l'unico modo di convincere le grandi compagnie ad attraccare in Sardegna rimane la specializzazione nei semilavorati o nel packaging. Altrimenti scontiamo la nostra insularità: i porti del nord sono collegati con le ferrovie con il resto d'Europa. E il nord Africa si sta riprendendo: le compagnie scelgono la manodopera che costa di meno come a Tangeri. Dobbiamo trovare nuove strade per rilanciare il porto". La zona franca? "Servono almeno degli incentivi fiscali per ripartire - dice Tocco - altrimenti la concorrenza che applica le agevolazioni parte in vantaggio". La Cgil ha già lanciato un appello per un "tavolo" che coinvolga Comune, Regione e nuova Autorità di sistema. "Avevo lanciato l'allarme da quando Hapag Lloyd aveva deciso di cambiare strategia su Cagliari - ricorda il consigliere regionale Piero Comandini - Ora bisogna far diventare il nostro porto industriale una 'fabbrica': serve un rilancio per scongiurare il lento e progressivo peggioramento. Il porto di Cagliari è una delle più grandi industrie della Sardegna".

Un mare di polemiche. "Dove sono la Regione, il sindaco della città metropolitana, l'Autorità Portuale, il consorzio industriale - protesta Giorgio La Spisa, commissario di Forza Italia per l'area metropolitana di Cagliari - E cosa pensano di fare le associazioni degli industriali e delle piccole e medie imprese?". E non è, secondo l'esponente azzurro, solo colpa del mercato. "Le notizie ufficiali - spiega - e le indiscrezioni che trapelano indicano che è in corso una drammatica riduzione dei traffici dovuta non tanto a scelte commerciali dei clienti quanto alla inadeguatezza delle sovrastrutture del porto canale, gru di banchina principalmente, legate alla esigenza di servire navi sempre più grandi che richiedono gru sempre più alte". Proposte: investimenti e zona franca. Magari sfruttando le aree dietro il porto: ci sono spazi grandi almeno come la superficie occupata ora dal centro abitato di Cagliari.

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