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Applausi per Cagliari sotto le bombe

Applausi per Cagliari sotto le bombe

Emozionante narrazione di Pierpaolo Piludu in "Cielo nero"

CAGLIARI, 11 novembre 2017, 11:23

Redazione ANSA

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L 'attore Pierpaolo Piludu (foto di Dietrich Steinmetz) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'attore Pierpaolo Piludu (foto di Dietrich Steinmetz) - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'attore Pierpaolo Piludu (foto di Dietrich Steinmetz) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il talento narrativo di Pierpaolo Piludu, coautore e interprete di Cielo Nero, trasporta lo spettatore dentro la guerra e nel cuore della vita. Si chiude tra gli applausi scroscianti il monologo scritto dal drammaturgo Francesco Niccolini e Piludu, con la regia di Mauro Mou, efficace disegno luci e sonorizzazione rispettivamente di Giovanni Schirru e Matteo Sanna. La pièce ha debuttato ieri sera al Teatro La Vetreria per la Stagione Cada Die. Protagonisti due gemelli, Antioco e Efisio Mereu il cui legame profondissimo viene drammaticamente interrotto dall'irrompere della storia.
    Separati dal destino, divisi da un conflitto e da una cartolina rossa che decide la Marina per uno, il fronte russo per l'altro.
    L'immagine della Cagliari bombardata, stretta intorno al Santo Patrono in processione tra le macerie su un camioncino del latte, affiora nitidamente dalla narrazione che ha, a tratti, la forza struggente del ricordo e la tridimensionalità di un' azione teatrale, della realtà che appare sulla scena.
    Il rumore degli aerei, la pioggia di bombe, la polvere, le macerie, le schegge di ferro contorte, la città ferita: tutta l'assurdità della guerra, l'inutile crudeltà del gioco delle armi, il valzer delle alleanze, che segna l'esistenza e il destino dei due fratelli. Nel ritorno del padre, reduce della Grande Guerra, c'è tutto il presagio dell'infausto futuro. La storia di Efisio e Antioco è tutto un perdersi e ritrovarsi, abbracciarsi e allontanarsi, guardarsi negli occhi cercando le tracce dell'antica complicità per scoprirsi distanti ma sempre legati da un saldo affetto e da tanti, troppi ricordi dolorosi.
    Nei due protagonisti, nel loro farsi uomini sotto le armi, si riassume il senso tragico di una generazione perduta, immolata sull'altare dell'ambizione dei potenti. Tra lunghi applausi e teatro gremito cala il sipario sul debutto nazionale della nuova produzione del Cada die, in scena ancora questa sera e domenica, a cui farà seguito l'incontro 'Armati di parole, raccontare la guerra' con Giancarlo Biffi, Gianni Filippini, Francesco Niccolini, Lorenzo Pavolini, Walter Porcedda e gli artisti coinvolti.

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