"C'era bisogno di questa patetica
ammuina per rendersi conto che, a bocca di finanziaria, il
nostro interesse a sterilizzare gli accantonamenti cozzasse
inevitabilmente con quelli, opposti, del governo di Roma? Ora,
essendo abbondantemente certificato che il governo non voglia
muovere un passo in più rispetto al consentito, resta da
interrogarsi su come interpretare questo momento. Non vedo altre
opzioni: o si alza clamorosamente il tiro o si china il capo.
Escludo la seconda". E' duro il commento del capogruppo del
Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu, sull'esito del vertice
Pigliaru-Gentiloni.
"Se gli accantonamenti del 2017 che ci hanno fatto gridare
allo scandalo pesavano circa 3.9 miliardi, quelli del 2018
peseranno quasi 5 miliardi e mezzo, con un aggravio per la
Sardegna di ulteriori 152 milioni - attacca l'esponente della
maggioranza - Cosa dovevamo aspettarci da un governo
geneticamente sordo ma che sugli accantonamenti è forte di un
recente via libera della Corte costituzionale?". "Cosa ci
aspettavamo da chi ritiene di essere nel pieno della legittimità
e che, anzi, bolla gli altri come sleali?". Congiu ricorda che
"la sentenza 154/2017 della Corte costituzionale ha sancito la
legittimità delle norme statali che vincolano i bilanci
regionali ad accantonamenti crescenti per il triennio 2017/19 e
che ha addirittura bollato come sleali quelle regioni (vedi la
Sardegna) che non hanno partecipato né alla discussione nè alla
ratifica degli accordi bilaterali con lo Stato. Di fronte ad un
quadro così definito cosa potevamo attenderci se non un garbato
invito a riprendere la via del rientro?".
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