Oggi la protesta eclatante sul
tetto della cattedrale di Sassari, ma sono settimane che gli ex
dipendenti del Parco Geominerario della Sardegna premono sulla
Regione per ottenere il promesso ricollocamento in altri siti o
enti. Dal 18 settembre scorso, 22 giorni esatti, un gruppo di ex
lavoratori Ati Ifras è in presidio permanente davanti al palazzo
della Regione, in viale Trento a Cagliari. Un sit-in ad oltranza
con turni anche di notte con 10 persone, una mobilitazione che
di giorno richiama altri 50-60 operai e una solidarietà
continua, con gli ex colleghi che portano da casa cibi cotti e
altri generi di conforto. Il clima è teso, seppure ci siano
state garanzie da parte della Giunta.
Il 18 settembre è stato il giorno dell'ultima riunione tra la
Regione e i sindacati, la prossima è fissata per mercoledì 11
ottobre. Allora c'erano stati passi avanti nella vertenza con
l'impegno di inserire i primi 62 lavoratori in Igea, poi seguiti
da altri 56. Nel contempo è partiti l'iter per l'incentivo
all'esodo di 126 dipendenti con più risorse a disposizione
rispetto a quelle giù stanziate (ora 7,1 mln), mentre la Giunta
ha fermato la procedura ad evidenza pubblica dell'Aspal per
individuare il nuovo soggetto che realizzerà il piano di
intervento nell'ambito del Geoparco e che dovrà farsi carico
degli stessi addetti il cui numero è variato nel tempo. "Le
procedure stanno andando avanti ma in maniera molto lenta - dice
all'ANSA Cristiano Ardau della Uil - I tempi della burocrazia,
come avevamo già detto, sono biblici, mentre i lavoratori già
oggi devono mettere insieme un pranzo e una cena con il
contributo Naspi che si assottiglia sempre, oggi parliamo di
circa 600 euro. C'è una preoccupazione fortissima tra i
lavoratori - conferma il sindacalista - ma non molleranno finchè
la Regione non manterrà fede agli impegni".
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