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Vertici Abbanoa indagati: pm, archiviare

Vertici Abbanoa indagati: pm, archiviare

Procura Cagliari non trova conferme a ipotesi abuso d'ufficio

CAGLIARI, 20 settembre 2017, 19:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Procura di Cagliari ha chiesto l'archiviazione dell'intera inchiesta su Abbanoa, il gestore delle risorse idriche in Sardegna, nella quale erano indagati per abuso d'ufficio il direttore generale Sandro Murtas, l'ex amministratore unico Carlo Marconi, il successore Alessandro Ramazzotti e il credit manager Massimo Cossu.

Il sostituto procuratore Giangiacomo Pilia - che lo scorso anno aveva chiesto la misura interdittiva della sospensione per Murtas, poi annullata dal Tribunale del Riesame - ha concluso le indagini non ravvisando elementi utili per proseguire l'inchiesta: da qui la richiesta di archiviazione al Gip.

Nata su un'ipotesi di dissesto finanziario della società che gestisce la fornitura dell'acqua nell'Isola, l'indagine si era poi concentrata su presunti abusi d'ufficio contestati ai vertici della società. Secondo l'accusa, Abbanoa avrebbe assegnato incarichi senza la procedura di selezione pubblica. Si sarebbero inoltre verificati casi di demansionamento, su cui però non sono stati ravvisati reati, tanto che lo stesso pm ha chiesto al Gip di archiviare. Gli atti sono già all'ufficio dei giudici per le indagini preliminari.

RAMAZZOTTI, RICHIESTA ATTESA - "Una richiesta di archiviazione attesa". Così l'amministrazione unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti commenta la decisione del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia nell'ambito dell'inchiesta che lo vedeva indagato per abuso d'ufficio insieme al direttore generale Sandro Murtas, all'ex amministratore unico Carlo Marconi e credit manager Massimo Cossu. "Un'archiviazione - ha aggiunto l'amministratore unico - che segue le sentenze del Tribunale del Riesame e della Cassazione che hanno riconosciuto la correttezza dei comportamenti di Abbanoa. Attendiamo ora serenamente le valutazioni del giudice".

QUATTRO ANNI DI INCHIESTE - Si apre nel luglio del 2013 l'inchiesta su Abbanoa, per la quale la Procura di Cagliari ha chiesto oggi l'archiviazione. Il gestore unico del servizio idrico in Sardegna finisce nel mirino degli inquirenti per una sospetta voragine da 800 milioni di euro nelle casse della società. A lanciare l'allarme, poi rientrato, il collegio dei sindaci e il revisore, con rilievi al direttore generale. Per anni sui conti dell'azienda hanno lavorato gli investigatori della Guardia di Finanza analizzando nel dettaglio i conti, acquisendo gli atti e raccogliendo varie testimonianze.

Nel febbraio 2014, il pm di Nuoro Andrea Schirra firma l'atto per insolvenza depositato alla cancelleria della Sezione fallimenti, ma in seguito anche questa parte del fascicolo passa a Cagliari. Pochi mesi più tardi, la stessa Procura del capoluogo sardo rinuncia al procedimento per il fallimento a seguito del risanamento avviato dai vertici di Abbanoa e alla capitalizzazione decisa dalla Regione. L'indagine però prosegue su altri filoni.

Tre anni di accertamenti silenziosi, sino al marzo 2016, quando un provvedimento del Gip sospende il direttore generale Sandro Murtas, indagato per abuso d'ufficio. Il giudice Giampaolo Casula accoglie la richiesta del pm Giangiacomo Pilia il quale, archiviato il filone legato al presunto buco finanziario, si imbatte su presunti abusi d'ufficio che sarebbero stati commessi dai vertici del gestore. Nel registro degli indagati, oltre a Murtas, finiscono l'ex amministratore unico Carlo Manconi e l'attuale, Alessandro Ramazzotti. Tra le ipotesi al vaglio della Procura quella che la società avesse dato incarichi senza rispettare le procedure di selezione pubblica e che alcuni dipendenti fossero stati demansionati ingiustamente.

Un mese più tardi, nell'aprile dello scorso anno, il Tribunale del Riesame annulla il provvedimento di sospensione, lasciando così al suo posto Sandro Murtas, decisione poi confermata dalla Cassazione cinque mesi più tardi. Assieme a Ramazzotti finisce tra gli indagati anche il credit manager della società, Massimo Cossu. Ora, terminate le indagini dei finanzieri, il sostituto procuratore non ha ravvisato né abusi d'ufficio né altri reati, chiedendo al Gip l'archiviazione dell'intero fascicolo racchiuso negli anni in vari faldoni.

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