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Alluvione Olbia: pm chiede 4 condanne

Alluvione Olbia: pm chiede 4 condanne

Sollecitati 3 anni e 6 mesi per ex sindaco Olbia e 3 per Arzachena

TEMPIO PAUSANIA, 05 settembre 2017, 09:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tre anni e sei mesi per l'ex sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, tre anni per il primo cittadino di Arzachena, Alberto Ragnedda, 3 anni al capo della Protezione civile di Olbia, Giuseppe Budroni, e 3 anni e 10 mesi per il capo dell'ufficio tecnico dello stesso Comune, Antonello Zanda. Assoluzione invece per un altro dirigente comunale olbiese, Gabriella Palermo, e per il dirigente della ex Provincia Olbia-Tempio, Federico Ceruti Ferrarese.

Queste le richieste formulate dal procuratore di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi, nei confronti degli imputati nel processo per l'alluvione del 18 novembre 2013 in Gallura. Sono tutti accusati di omicidio colposo plurimo per non aver dato l'allarme nonostante l'allerta diffusa dalla Protezione civile nazionale e regionale. Il pomeriggio del 18 novembre 2013 il ciclone Cleopatra causò la morte di 13 persone in Gallura.   

FIORDALISI, GRAVI RESPONSABILITA' DEI SINDACI - "Gravissime negligenze da parte dei sindaci di Olbia, Gianni Giovannelli, e Arzachena, Alberto Ragnedda, del dirigente dell'Ufficio tecnico di Olbia, Antonello Zanda, e del capo della Protezione civile dello stesso Comune, Giuseppe Budroni". Non lascia spazio a dubbi la requisitoria del procuratore Domenico Fiordalisi che questa mattina, davanti ai giudici del Tribunale di Tempio Pausania - presidente Gemma Cucca - ha formulato le sue richieste nel processo per le morti causate dal ciclone Cleopatra il 18 novembre del 2013 a Olbia e Arzachena. La sentenza è attesa tra una quindicina di giorni, con questo calendario di udienze: 7, 11 e 20 settembre.

"Sono gravissime le responsabilità del sindaco di Olbia - ha spiegato il pm - per non aver informato la popolazione sull' arrivo dell'alluvione, correttamente prevista e segnalata come grave dalla Protezione civile regionale e nazionale con un fax inviato negli uffici della Protezione civile del Comune di Olbia domenica 17 novembre 2013, un giorno prima del tragico arrivo del ciclone Cleopatra". Per Fiordalisi, Giovannelli non avrebbe messo in moto nei tempi previsti dalla legge la macchina che avrebbe dovuto arginare gli effetti del ciclone e potuto evitare la morte di tante persone, fra le quali due bambini.

"Il sindaco non fa nulla fino al pomeriggio del 18 novembre, quando ormai non c'è più niente da fare", ha ricostruito Fiordalisi citando un corposo faldone di documenti che testimoniano "l'inerzia di Giovannelli" di fronte ad un allarme di criticità elevata. Il comportamento del primo cittadino di Olbia viene fortemente stigmatizzato anche per non aver attivato un immediato allerta alle scuole, "a tutela dei bambini, quindi delle persone più deboli".

Secondo il procuratore, l'amministrazione di Olbia avrebbe completamente disatteso i regolamenti previsti dalla legge in caso di allerta per eventi di questo tipo, come l'immediata attivazione del Coc, il centro operativo comunale. "Ci sono un centinaio di testimonianze - ha ricordato la pubblica accusa - che riferiscono della completa assenza di blocchi e presidi lungo le strade".

Il quadro accusatorio, seppure con diverse motivazioni, colpisce anche il responsabile della Protezione civile olbiese, Giuseppe Budroni, e il capo dell'Ufficio tecnico comunale, Antonello Zanda. A quest'ultimo Fiordalisi imputa la mancata esecuzione della pulizia dei canali sollecitata con una formale comunicazione del 10 settembre 2013 dal comandante della Polizia municipale Gianni Serra. Anche al sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda, la Procura di Tempio contesta il mancato avviso della popolazione.

Nel Comune smeraldino il ciclone Cleopatra provocò la morte di un'intera famiglia brasiliana - padre, madre e i figli di 16 e 18 anni - che viveva in uno scantinato concesso in comodato d'uso gratuito. Le altre sei vittime si registrarono a Olbia: la piccola Morgana Giagoni, di appena 2 anni, e la mamma Patrizia Corona, rimaste intrappolate in auto nel canale di via Cina; Enrico Mazzoccu, 3 anni, e il papà Francesco, travolti dalla furia delle acque a Raica, una frazione sulla Olbia-Telti; Anna Ragnedda, disabile di 83 anni, originaria di Arzachena, annegata nella sua abitazione al primo piano di via Lazio a Olbia; infine Maria Massa, 88 anni, uscita di casa per cercare aiuto in via Romania è caduta nel fiume di acqua e fango che passava proprio lì sotto.

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