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Pigliaru, minacce non ci fanno paura

Pigliaru, minacce non ci fanno paura

Appello a vigilare e una promessa, "non abbasseremo la guardia"

CAGLIARI, 23 agosto 2017, 19:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le minacce non ci fanno paura, non incidono sul lavoro svolto né tanto meno sull'attività politica e amministrativa portata avanti dalla Giunta e dalla Presidenza". Rompe il silenzio il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, dopo la lettera con cartucce indirizzata a lui e altri tre politici.

"Ma vero è - spiega - che in Sardegna chi gestisce la cosa pubblica, a tutti i livelli, è fatto troppo spesso oggetto di intimidazioni, e sono i rappresentanti delle istituzioni nei territori a pagare il prezzo più alto. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia. È una chiamata alla responsabilità: lo dobbiamo soprattutto agli amministratori locali che con sempre maggior frequenza, oltre le minacce, subiscono veri e propri attentati".

L'invito di Pigliaru è "a vigilare tutti perché il confronto non diventi mai disinformazione né polemica sterile, a servizio dei fanatici, ma resti sempre sul terreno del dibattito democratico". "Da parte nostra - promette - proseguiremo nel nostro lavoro come abbiamo sempre fatto, per aiutare la Sardegna a uscire da una lunga e durissima crisi".

Quindi un ringraziamento "a tutti per le prove di solidarietà nei miei confronti e in quelli di tutta la Giunta. Ne abbiamo ricevuto moltissime dalle forze politiche, dalle rappresentanze di categoria, dai privati cittadini. E ognuno di questi attestati è il modo migliore - sottolinea il governatore - per dimostrare che la Sardegna è ben altro rispetto a minacce vili che si ripetono, e sulle quali noi abbiamo deciso di tenere il massimo riserbo anche quando sono arrivate nella nostra sede istituzionale".

L'11 AGOSTO UN PRIMO PROIETTILE - E' l'11 agosto quando in viale Trento a Cagliari, nel palazzo della Regione, insieme al resto della corrispondenza arriva una busta indirizzata al governatore Francesco Pigliaru: all'interno una lettera e un proiettile, integro, calibro 22. È la prima minaccia ricevuta dal presidente e finora mai svelata per volontà dello stesso Pigliaru. Ora, con il moltiplicarsi delle intimidazioni, anche questo tassello diventa importante.

La lettera era indirizzata direttamente al governatore. Un foglio scritto a mano in sardo con una serie di richieste precise e minacce esplicite: "Spiagge libere, acqua libera e parcheggi liberi. Altrimenti ti faccio saltare la testa".

Non si sa al momento se la prima missiva dell'11 agosto sia collegata a quella del 14 arrivata al Comune di Sassari e a quella del 21 giunta in Consiglio regionale a Cagliari. Gli investigatori della Digos mantengono la massima riservatezza su tutta la questione e stanno lavorando per trovare i punti comuni tra le tre intimidazioni e dare una chiave di lettura precisa.

PRIMA LETTERA IN SASSARESE - È scritta in sassarese la prima lettera di minacce recapitata al governatore della Sardegna Francesco Pigliaru. All'interno della busta, molto simile a quelle con quattro cartucce inviate al Comune di Sassari il 14 agosto e il 21 al Consiglio regionale sardo, un proiettile intatto e una pagina scritta a mano in limba.

Ma le parole utilizzate per le richieste - spiaggia, acqua e parcheggi liberi - e per le minacce di morte al presidente sono in sassarese stretto. Un elemento questo, come la somiglianza della busta con le altre due spedite in seguito, che darebbe più peso all'ipotesi di una unica mano dietro alle intimidazioni e di una pista che porta direttamente al capoluogo del Nord-ovest Sardegna.

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